I benzinai ai signori del petrolio: "Così è in pericolo l’intera rete"

I gestori di Ascom Bergamo: abbiamo rivisto i contratti di fornitura e ridotto l’illuminazione al minimo. Ma le bollette sono salatissime e per onorare i contratti con le compagnie non possiamo agire sui prezzi

La perdita media sfiora e in certi casi addirittura supera i 10mila euro a impianto

La perdita media sfiora e in certi casi addirittura supera i 10mila euro a impianto

Bergamo - I rincari, in particolare quelli dell’energia elettrica che è necessaria a far funzionare gli impianti, stanno mettendo in ginocchio gli imprenditori che gestiscono i distributori di carburante. Così le associazioni di categoria che li rappresentano – Figisc Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica Cisl – hanno inviato una lettera alle compagnie petrolifere per chiedere un intervento urgente a sostegno delle rette: l’aumento da 3 fino a 4 se non 5 volte rispetto al prezzo per ogni Kwh pagato ante-crisi si affianca a margini che sono estremamente risicati e invariati.

Spiega Renato Mora, presidente del gruppo dei gestori distributori carburante di Ascom (Associazione commercianti) Bergamo: "Anche se abbiamo rivisto contratti di fornitura e ridotto l’illuminazione allo stretto necessario, ci troviamo a pagare bollette salatissime. A differenza di altre imprese, per onorare i contratti con le compagnie non possiamo agire sui prezzi del carburante né avere la flessibilità necessaria per condurre un’azienda in termini economici e autonomi. Di contro, se gli accordi rendono complesso, ma non impossibile, intervenire sui prezzi al pubblico, si andrebbe a rialzare una cifra che, nonostante l’intervento per la riduzione delle accise, continua a essere percepita dalla clientela come molto elevata. Senza contare il fatto – pros egue Mora – che la riduzione delle accise e il relativo gravoso onere è stato interamente finanziato dalle gestioni in funzione delle loro giacenze nei serbatoi".

A marzo i gestori si sono trovati infatti, dall’oggi al domani, con un decreto che ha previsto 30 centesimi di sconto sulle accise, con serbatoi pieni di carburante su cui erano state interamente versate le imposte. «In soldoni – precisa Mora – si traduce in una perdita media che sfiora e in certi casi supera i 10mila euro per ogni impianto. Chiediamo alle compagnie petrolifere uno sforzo economico che preveda un intervento significativo a favore delle gestioni, con l’obiettivo di stabilizzare la situazione e impedire che ciascuno assuma iniziative per ridurre le sofferenze del proprio bilancio. L’obiettivo è quello di passare con il minore danno possibile la crisi contingente senza distruggere quanto di buono si costruisce giorno per giorno con gli automobilisti".