Accademia Carrara, esperienza multimediale immersi nelle opere del Mantegna

Un percorso iper-tecnologico che culmina nella “Resurrezione di Cristo”

L’installazione multimediale

L’installazione multimediale

bergamo, 25 aprile 2019 - L'emozione accompagnata dal clamore che ha percorso un anno fa il mondo dell’arte, mondo proprio nel senso di internazionalità, è tornata ieri a concentrarsi nel punto di partenza: la “Resurrezione di Cristo”, l’opera ufficialmente e definitivamente figlia di Andrea Mantegna, ha occupato in modo permanente il suo posto d’onore all’Accademia Carrara, scrigno bergamasco di invidiabili tesori. Non la solita mostra, per quanto di altissimo livello, galleria di capolavori. O, meglio, una delle nuove mostre, fra poco anch’esse solite: un’esperienza multimediale, o immersiva, frutto del lavoro di dodici videoproiettori Epson installati nella Barchessa, l’ala del museo aperta per l’occasione su progetto di Attilio Gobbi.

Per i più appassionati di tecnologia: otto apparecchi utilizzano ottiche ultracorte a “collo di cigno”, che da soli 140 centimetri di distanza proiettano immagini con base di ben sette metri. Così, prima di arrivare davanti alla tavola dipinta alla fine del ’400, il visitatore può immergersi nell’arte del maestro riflessa su tutte le pareti e sul pavimento della sala, per un totale di oltre 300 metri quadrati, una panoramica che permette di apprezzare tanto i dettagli quanto l’insieme dell’opera. Estrema la luminosità, elevata la resa realistica dei colori. Dalla tecnologia all’arte in senso stretto.

“Mantegna Experience”, questo il titolo della mostra curata insieme da Antonio Mazzotta e Giovanni Valagussa, conservatore dell’Accademia Carrara, si snoda di sala in sala. Attorno alla figura di Guglielmo Lochis, il nobile ottocentesco fra i grandi donatori della stessa Carrara. Fu Lochis a credere del Mantegna il “San Alessio” e il “San Gerolamo”, opere invece di Andrea Meldolla detto lo Schiavone. Di Jacopo Bellini, suocero del medesimo Mantegna, una “Madonna col Bambino”. Proprio del Mantegna, ancora nella prima sala, il “San Bernardino” del 1450 circa, anni giovanili, e un’altra “Madonna col Bambino” databile 1485-90, periodo della piena maturità. Seguono, in mostra, fra gli altri, tre dipinti di un altro Bellini, Giovanni. E un illuminante quadro di Giovanni Carnovali detto il Piccio: il “Ritratto del conte Guglielmo Lochis”.

Tornando al capolavoro fulcro della mostra, la “Resurrezione di Cristo”, la sua storia è ormai più che nota. È stata una piccola croce sul margine inferiore della tavola conservata alla Carrara a permettere la risoluzione di una lunga e tortuosa storia di attribuzioni e smentite. Quella crocetta ha illuminato la campagna di studi realizzati in concomitanza con la pubblicazione del Catalogo Completo dei dipinti italiani del ’300 e del ’400 custoditi dall’Accademia. Un dettaglio che, provata la continuità con l’asta che quella croce sostiene, ha permesso l’identificazione della metà inferiore della tavola con la parte superiore già a Princeton, negli Stati Uniti. Un ponte sopra l’oceano.

Bergamo, Accademia Carrara, piazza Carrara 82. Sino al 21 luglio. Info: 035.4920090.