Coronavirus, il sindaco di Stezzano: "Pronti a denunciare chi diffonde bufale"

Nelle chat locali un finto comunicato firmato dal sindaco per annunciare un caso di contagio. Tangorra: "Troveremo i responsabili"

Il sindaco di Stezzano, Simone Tangorra

Il sindaco di Stezzano, Simone Tangorra

Stezzano (Bergamo), 25 febbraio 2020 - Anche le bufale possono diventare virali. E “infettare” le chat di WhatsApp e le bacheche dei social network diffondendo inutile panico e allarmismo. Sul coronavirus, in questi giorni, ne stanno girando parecchie, soprattutto dopo gli episodi registrati in Lombardia e nel Nord Italia. È il caso di Stezzano, dove tra le chat di WhatsApp del paese è rimbalzato un falso comunicato del sindaco Simone Tangorra , con tanto di logo del Comune e firma del primo cittadino. "Una bufala di cattivo gusto - ha replicato l’amministrazione su Facebook -: indagheremo su chi l’ha realizzata e messa in rete, poi procederemo per procurato allarme". Altre bufale su presunti casi di coronavirus (al momento non confermati da sindaci e autorità sanitarie) sono circolate nella Bassa Bergamasca: in particolare due a Treviglio, uno a Covo e Romano di Lombardia. E pure in Valle Gandino, a Peia.

Ma nel brulicante sottobosco dei social è probabile che ce ne siano anche altre. Domenica, ad esempio, è stato preso di mira anche un quotidiano locale. Qualcuno, infatti, ha diffuso in rete il fotomontaggio di un articolo che parlava di un contagio a Lallio, quando in realtà non è mai stata pubblicata una notizia del genere: "Non ho parole per definire chi in un momento così delicato e complesso si diverte con questa ironia stupida, triste e decisamente molto poco intelligente", ha commentato il sindaco Sara Peruzzini. Altra falsa notizia quella circolata sulla Tenaris Dalmine, con un fotomontaggio di un giornale nazionale che fa riferimento alla chiusura dell’azienda per quindici giorni.

Difficile cascarci in questo caso, ma sempre meglio mettere le cose in chiaro: basti pensare che, secondo una ricerca del 2018, più dell’ottanta per cento degli italiani non è in grado di riconoscere una bufala sul web. Un problema enorme , contro il quale l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha recentemente costituito una task force di esperti, proprio "per rintracciare e rispondere a falsi miti e voci" sul coronavirus cinese. Il consiglio, in questi giorni di allarme, è quello di informarsi attraverso le homepage dei quotidiani e i canali ufficiali dei Comuni, della Regione o del Ministero della Salute, che diffondono in tempo reale materiale informativo sul virus.