Stefano Gonnella ucciso a 26 anni dal killer senza nome, spunta il Dna: inchiesta riaperta

Il portiere d’albergo di Piario (Bergamo) fu accoltellato a Bologna nel 2006. Si riparte dalle tracce dell’assassino: esami sul profilo genetico. In mano alla polizia l’identikit che era stato fornito da due testimoni

Stefano Gonnella, ucciso a 26 anni

Stefano Gonnella, ucciso a 26 anni

Bergamo, 11 febbraio 2023 - Stefano era un ragazzo allegro, pieno di amici, con una fidanzata a Londra, una grande passione per la musica e un buon lavoro a Bologna. Aveva 26 anni e tanta voglia di vivere. Il 24 settembre 2006, alle prime luci dell’alba, un killer rimasto senza nome l’ha ammazzato a coltellate, colpendolo alla schiena e alla gola. Così è morto Stefano Gonella, riverso nella sua stanza, in una pozza di sangue.

L'identikit e il Dna

L’assassino in realtà ha un volto, è un identikit realizzato dalla polizia sulla base del racconto di due testimoni: capelli lunghi e neri, sui 30 anni, occhi scuri, fisico esile, alto 1,80. Gli inquirenti hanno in mano anche altro: un Dna che appartiene all’assassino. E proprio da quella prova ora vogliono ripartire. Il pm Maria Gabriella Tavano ha infatti riaperto l’inchiesta, archiviata anni fa dopo lunghe e infruttuose indagini. E l’ha fatto per eseguire nuovi e più sofisticati esami sul profilo genetico del killer: ha già incaricato una genetista di Ancona e, al termine degli accertamenti, il Dna verrà inserito nella banca dati nazionale delle forze dell’ordine, creata nel 2016.

La svolta

La speranza è che possa arrivare una svolta, anche se la strada, dopo tanti anni, è decisamente in salita. Ma Procura e Squadra mobile non vogliono lasciare nulla di intentato per rendere giustizia a Stefano e alla sua famiglia. Quello di Gonella, infatti, è un delitto dimenticato. Dopo i primi anni, i riflettori si sono spenti e sull’efferato delitto è caduto un silenzio desolante. Ora però qualcosa potrebbe finalmente cambiare, dopo 17 lunghi anni.

L'omicidio

Torniamo a quella terribile notte del 2006. Stefano Gonella, portiere d’albergo bergamasco di Piario, in Valle Seriana, con un diploma di perito turistico in tasca, trascorre il sabato sera in via del Pratello, la strada della movida bolognese, piena di locali affollati da studenti fuori sede. Verso le 4 del mattino decide di tornare a casa. Una telecamera di via Indipendenza lo riprende mentre cammina verso la Bolognina, il quartiere in cui vive. Sono le 4,05, è solo e ha una birra in mano. Arriva nel suo appartamento poco dopo e, nel giro di pochi minuti, arriva anche il suo assassino.

Dalle risate ai colpi mortali

Stefano lo conosce e gli apre la porta. Non ci sono segni di effrazione. Forse, dopo la serata al Pratello, hanno deciso continuare a bere e ascoltare musica insieme. Nell’appartamento vive anche uno studente spagnolo di 24 anni, ospite di Gonella da qualche giorno. Dalla sua stanza, sente i due ridere, scherzare e bere birra in cucina. Poi si addormenta. Alle 6,30 viene svegliato di colpo da rumori e gemiti. Capisce che qualcosa non va, ha paura. Vede un uomo passare davanti alla sua porta per andare in bagno, poi lo intravede mentre esce. A quel punto entra nella stanza di Stefano e lo trova a terra, agonizzante. Dà l’allarme, ma ormai è tutto inutile. Gonella muore, ucciso dalla coltellata alla gola.

Caso riaperto

Il killer è già fuggito, ma è stato visto anche da un vicino di casa affacciato al balcone. Lui e lo studente spagnolo forniscono alla polizia la descrizione per l’identikit. Poi c’è il Dna, estratto da un capello e da altre tracce che la scientifica trova in casa. Vengono sentiti gli amici e i colleghi di Gonella. L’Uacv, l’Unità analisi crimini violenti di Roma, traccia un profilo psicologico del killer. L’ipotesi è che il delitto sia stato compiuto al culmine di una lite. Vengono analizzati i tabulati telefonici di migliaia di utenze, quelle presenti nella zona all’ora dell’omicidio. Tutto inutile, ogni strada si rivela un vicolo cieco. L’inchiesta, rimasta sempre contro ignoti, finisce in archivio. Ora però si riparte, il caso è riaperto. C’è un killer ancora libero da arrestare.