Siria, volontarie rapite: si cercano Greta Ramelli e Vanessa Marzullo / FOTO e VIDEO

Scomparse in Siria due ragazze di 20 e 21 anni, l'ipotesi è che siano state rapite. Greta Ramelli di Besozzo (Varese) e Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) sono le fondatrici del Progetto Horryaty (CHE COS'E') di solidarietà per la Siria

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (foto da Facebook)

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (foto da Facebook)

Varese, 6 agosto 2014 - Due volontarie sarebbero state rapite in Siria, nella zona di Aleppo. Sono Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo), 21 anni (LA VIDEO INTERVISTA DEL 2012), e Greta Ramelli di Besozzo (Varese), 20 anni, fondatrici del Progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà per la Siria. La Farnesina si è limitata a confermare la notizia della irreperibilita' delle due italiane, ma sul caso stanno lavorando l'Unita' di crisi e la nostra intelligence. Il ministero ha attivato "immediatamente tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti. Le due cittadine si trovavano ad Aleppo per seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico". "L'Unita' di crisi ha gia' preso contatto con le famiglie che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso". LE IPOTESI - Roberto Andervill, terzo responsabile del progetto Horryaty, per il quale cooperavano le due ragazze scomparse, ha spiegato: "Non sentivo Vanessa e Greta da qualche giorno". Le due giovani erano arrivate nel Paese lo scorso 28 luglio. E' "ancora presto" per dire se gli autori del rapimento delle due cooperanti in Siria siano criminali comuni o appartenenti a qualche milizia. Fonti informate a Beirut riferiscono che ancora non si sa nulla' sul tipo di sequestro ne' sulla regione dove le due giovani sono tenute". L'esatta località del rapimento sarebbe il villaggio di Abzemo, a ovest di Aleppo. Secondo alcune fonti locali dell'Ansa, un gruppo armato le ha prelevate dal luogo in cui alloggiavano, nonostante fossero 'protette' da uomini del Fronte islamico, fazione radicale attiva nell'area. Vanessa e Greta avevano fatto un viaggio nella primavera scorsa a Idlib "ma la zona da cui sono scomparse e' molto piu' pericolosa - riferiscono fonti dell'opposizione siriana all'agenzia Agi -, una 'terra di nessuno', in cui non operano forze governative e neanche lo Stato Islamico, ma spie e informatori sicuramente in grado di organizzare piccoli 'commando'".

LO CHOC - Momenti di ansia a Varese e Bergamo. I familiari di Greta Ramelli si sono trincerati dietro un "Per ora non abbiamo nulla da dire: siamo in contatto con la Farnesina". La ragazza aveva contattato nei giorni scorsi i parenti e alcuni amici, anche attraverso i social network, raccontando loro alcuni episodi dell'esperienza in Siria.   I cittadini di Gavirate e Brembate sono in attesa di ricevere sue notizie, con la speranza che "tornino a casa sane e salve".

LA MISSIONE - Vanessa Marzullo di Brembate (CHI E' - LA SCHEDA) e Greta Ramelli di Besozzo (CHI E' - LA SCHEDA) erano molto impegnate nell'accoglienza dei profughi siriani che transitavano per la Stazione Centrale di Milano e avevano fondato il Progetto Horryaty insieme a Roberto Andervill. Il 28 luglio erano entrate in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. Lo conferma lo stesso Andervill intervistato dall'agenzia AGI. La missione era anche sostenuta dalla onlus la Rosa di Damasco. Sulla pagina Facebook di "Assistenza sanitaria in Siria" è spiegato cos'è il progetto Horryaty. "Il progetto - si legge - nasce dopo un sopralluogo effettuato nel mese di marzo da Roberto Andervill, socio IPSIA, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo attiviste per la Siria". "Atterrati in Turchia - si legge ancora - siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idleb, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si e' cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale , al fine di capire le vere necessita' e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di Primo Soccorso di B. e H., dove c'e' stata la possibilita' di rilevare le principali problematiche nell'ambito dell'assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza". LE DUE VOLONTARIE - Vanessa Marzullo, 21 anni, studia mediazione lunguistica e culturale all'Universita' degli studi di Milano. Sulla sua pagina facebook racconta la guerra e la sua esperienza in Siria: l'ultimo 'post' risale al 16 luglio scorso. Vanessa Marzullo "si era appassionata al tema della Siria fin dall'inizio del conflitto in quel paese, e aveva cominciato a studiare l'arabo". Insoddisfatta del lavoro con le ong italiane, aveva provveduto a raggiungere la Siria per proprio conto e a portare aiuto diretto alle popolazioni di quel paese. Era un'attivista dell'Osservatorio italo-siriano. L'ultimo post su Facebook risale al 16 luglio, una descrizione molto accorata. "Rosso, rosso come quel lettino, e sul lettino il corpicino martoriato della bambina di Aleppo le cui gambe sono state polverizzate da un'esplosione. Rosso come le macchie ormai incrostate sulle pareti e il pavimento, nell'angolo della stanza dove vi hanno torturati fino a farvi desiderare la morte, fino a farvi morire in maniera indicibile....",

Greta Ramelli, 20 anni, è impegnata da diversi anni nel mondo del volontariato. E' di Gavirate, i cittadini del paese affacciato sul lago di Varese dove vive la giovane, sono in attesa di ricevere sue notizie, con la speranza che "torni a casa sana e salva". Greta, da quanto si e' saputo, era al terzo viaggio in Siria, e alle spalle ha gia' diverse esperienze in missioni umanitarie in Africa. Prestava servizio anche come soccorritrice volontaria per la Croce Rossa di Gavirate. Il 7 giugno la giovane era stata ospite di un incontro sulla guerra in Siria organizzato a Travedona Monate, nel Varesotto, durante il quale aveva raccontato la sua esperienza da volontaria. Nei giorni scorsi la ragazza aveva contattato parenti e amici anche attraverso i social network, raccontando loro alcuni episodi dell'esperienza in Siria.