Omicidio Crotti, quattro colpi in testa per uccidere

I primi esiti dell’autopsia. L’assassina nega: "L’ho solo spinta a terra"

I rilievi sul posto dove è stato trovato il cadavere

I rilievi sul posto dove è stato trovato il cadavere

Bergamo, 23 gennaio 2019 - Dal carcere di Verziano, a Brescia, dove è detenuta da domenica per l’omicidio di Stefania Crotti, Chiara Alessandri continua a ribadire la sua versione. «In quel garage c’è stata una colluttazione. L’ho spinta è caduta. Non c’è stata alcuna premeditazione e poi non ho bruciato io il corpo di Stefania», ha ripetuto ieri la 44enne di Gorlago al gip Tiziana Gueli e al sostituto procuratore Teodoro Catananti nel corso dell’udienza di convalida del fermo durata oltre un’ora. Alla ricostruzione dell’omicida fanno però da contraltare i primi elementi che emergono dall’autopsia eseguita ieri mattina sui resti carbonizzati della donna uccisa dalla donna che la scorsa estate aveva avuto una breve relazione con suo marito.

L'esame autoptico ha infatti evidenziato come sul cranio di Stefania Crotti ci siano quattro profonde lesioni. Colpi compatibili con quelli inferti da un oggetto contundente e a punta come per gli inquirenti sarebbe il martello ritrovato con il manico bruciato a Erbusco sotto il corpo carbonizzato della 42 enne. Gli esami non sono terminati. I consulenti della procura si sono presi 45 giorni per completarli e depositare la loro relazione.

Gli accertamenti eseguiti nei laboratori della medicina legale del Civile di Brescia dovranno poi chiarire se la donna sia morta prima o dopo le fiamme che ne hanno sfregiato il corpo. Il giudice per le indagini preliminari già questa mattina scioglierà la riserva e deciderà anche sulla eccezione sollevata dal difensore di Chiara Alessandri, l’avvocato Gianfranco Ceci, che ha chiesto il trasferimento degli atti dell’inchiesta a Bergamo per competenza territoriale. Il legale della 44enne si è inoltre riservato la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica per la sua assistita.