Anselmo Campa ucciso a martellate: Hamedi El Makkaoui rischia l'ergastolo

Delitto con motivi futili e abietti: non potrà chiedere riti alternativi che gli consentirebbero di accedere a sconti di pena il ventenne reo confesso dell'omicidio del padre della ex fidanzata

Hamedi El Makkaoui

Hamedi El Makkaoui

Bergamo - È stata fissata per il 15 febbraio l’udienza preliminare (gup Alessia Solombrino) per l’omicidio di Anselmo Campa, l’imprenditore di 56 anni, di Grumello del Monte ucciso a colpi di martello nella sua abitazione il 19 aprile del 2022 da Hamedi El Makkaoui, 24 anni, nato in Italia da famiglia marocchina ben radicata a Castelli Calepio, incensurato. La vittima era il papà di Federica, ex fidanzata dell’imputato. El Makkaoui – reo confesso – non potrà chiedere sconti di pena. Il giovane si trova nel carcere di San Vittore, assistito dagli avvocati Robert Ranieli e Giorgio Conti, di Milano.

Il presunto movente: i soldi, legati ai vizi del gioco e della droga. Motivi futili e abietti che impediranno a El Makkaoui di chiedere riti alternativi. Per com’è formulata, l’imputazione del pm Maria Esposito fa rischiare la pena dell’ergastolo. All’origine della vicenda una Renault Clio rossa che Campa aveva comprato lasciandola in uso al giovane. Quando lui e l’ex fidanzata avevano interrotto il rapporto, l’imprenditore gli chiese di restituirgliela per poi venderla a un amico. El Makkaoui ha sempre sostenuto di avergliela pagata sui 6-7 mila euro a rate, per questo motivo la sera del 19 aprile andò da lui nella casa di via Nembrini. Voleva riprendersi almeno 500 euro.

I due litigarono, il marocchino prese un martello e colpì Campa 24 volte. I giorni successivi l’imputato si era mostrato addolorato per la morte dell’imprenditore. Interrogato dai carabinieri, disse di essere rimasto in casa fino al turno di lavoro di notte. Ma le telecamere che ripresero un ragazzo con lo zaino in bicicletta vicino a casa di Campa lo smentirono e lui crollò, messo davanti alle evidenze dai carabinieri e spronato dal fratello. Nel suo armadietto al lavoro c’erano il portafogli e le chiavi della vittima, in riva al fiume Oglio fece ritrovare il martello e gli abiti sporchi di sangue.