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Coccole e pedicure, alle Cornelle apre l'oasi degli elefanti / FOTO E VIDEO

La nuova area del parco faunistico, inaugurata dal ministro Martina, ospita due esemplari, Rupa e Inda

Oasi elefanti parco Le Cornelle

Bergamo, 1 aprile 2017 – Cinquemila metri quadrati, un investimento da oltre un milione di euro e due ospiti davvero speciali. Il Parco Faunistico Le Cornelle, sulla sponda orientale del fiume Brembo, dà il benvenuto ad una nuova area tematica: l’oasi degli elefanti indiani. Un capolavoro di ingegneria sostenibile per il quale è stato scelto il nome "Pinnawala", in omaggio all’orfanotrofio per elefanti asiatici dello Sri Lanka, il Pinnawala Elephant Orphanage, struttura che dal 1975 ospita cuccioli di elefante rimasti orfani. Gli elefanti, infatti, sono tra i pochi animali capaci di provare affetto e Le Cornelle, che da quest’anno sostiene l’operato del Pinnawala Elephant Orphanage, sa bene quanto sia importante donare loro cure e attenzioni. Per questo, è stata rinnovata completamente l’area a loro dedicata creando un ambiente all’insegna del  benessere. Il suolo sabbioso, una lussureggiante vegetazione composta da piante di varie specie come palme e bambù, intervallate da rocce e massi, e un’ampia vasca con due spettacolari cascate rendono l’Oasi perfetta per le due simpatiche ospiti del Parco: le elefantesse indiane Rupa, di 42 anni, e Inda, di 37. Come due vere dive, ogni giorno vengono accudite da tre operatori che si occupano dell’alimentazione e dell’igiene, con tanto di manicure e pedicure, con taglio e limaggio delle unghie, e con un’attenzione speciale alle zampe.

La nuova oasi, inaugurata stamani alla presenza del del ministro all'Agricoltura Maurizio Martina e del presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi, prevede anche un punto di osservazione con una terrazza sopraelevata di 82 metri quadri. Sono tante, infatti, le particolarità che si possono scoprire osservando da vicino gli elefanti indiani, specie più piccola rispetto all’elefante africano, ma dalle proporzioni comunque considerevoli: sono alti circa 3 metri, lunghi fino a 6 metri e mezzo e con un peso che può arrivare a 5 mila chili. Ogni giorno possono ingerire fino a 150 chili di cibo (sono ghiotti di erbe, germogli, frutti e cortecce) e la proboscide da sola è composta da almeno 100mila muscoli differenti, riuscendo a sollevare pesi da 250 chili. L’elefante indiano, inoltre, ha orecchie più piccole rispetto a quello africano, con zanne ben sviluppate solo nei maschi.

Ma ciò che stupisce di più è che, come dimostrato da tantissime ricerche, questi mammiferi sono tra i pochi al mondo a provare empatia e solidarietà con altri esseri viventi. E basta osservare i comportamenti delle due ospiti del Parco, Rupa e Inda, per capire come il rapporto tra le due sia strettissimo: trascorrono le giornate in cerca di cibo o giocando, si divertono a “farsi la doccia” aspirando l’acqua nella proboscide e spruzzandosela addosso, comunicano tra loro attraverso il barrito, si accarezzano con la proboscide e quando sentono molto caldo, agitano le grandi orecchie, come fossero due ventagli.