FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Morti sospette all’ospedale di Piario: indagate infermiera ed ex caposala

Caduta l’ipotesi di omicidio preterintenzionale, l’accusa è stata derubricata in quella di maltrat tamenti L’inchiesta partita a fine 2015 dopo il decesso in reparto di alcuni malati gravi che erano stati sedati

Un carabiniere mentre trasporta i documenti sequestrati

Bergamo - É un primo filone che si chiude. Un punto fermo di questa inchiesta che aveva mosso i passi nel 2015 provocando scalpore nel territorio. Parliamo delle morti sospette per presunta somministrazione di valium ad alcuni pazienti nel reparto di medicina generale dell’ospedale "Antonio Locatelli" di Piario, in Valle Seriana. Una indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Clusone e coordinata dal pm Carmen Pugliese, partita dalla denuncia dei vertici del nosocomio. Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2015 era di turno l’infermiera Anna Rinelli, 48 anni, di Sesto San Giovanni. Il mattino seguente un paziente di 76 anni morì, mentre un altro entrò in coma e un terzo si riprese solo 24 ore dopo. Malati con gravi patologie, alcuni terminali e quasi tutti anziani. E quella stessa notte alcune fiale di valium erano sparite misteriosamente. Vennero esumate sei salme per poter accertare la presenza di valium.

L’inchiesta ora è nelle mani del pm Emma Vittorio, che ha chiuso uno dei due i fascicoli aperti, quello per maltrattamenti. Risultano così indagate per maltrattamenti l’infermiera Anna Rinelli, assistita dagli avvocati Michele Cesari e Veruska Moioli, e Paola Bosio, all’epoca caposala all’ospedale, che si è fatta interrogare e si proclama innocente, difesa dall’avvocato Marco Zambelli. Alla Rinelli viene contestato di aver sottoposto alcuni degenti a sedazione farmacologica attraverso la somministrazione di Diazapen e Midazolan, determinando uno stato di sofferenza e anche di contenzione fisica con l’uso di fasce addominali. In un primo tempo l’accusa nei suoi confronti era di omicidio preterintenzionale, reato derubricato all’indomani della perizia dei consulenti della procura in base alla quale non sarebbe stato possibile stabilire un nesso tra le morti e il sedativo trovato nei corpi dei pazienti.

A Paola Bosio si contesta il fatto che nella sua qualità di caposala, pur a conoscenza dell’ammanco dei medicinali indebitamente somministrati dalla Rinelli e del comportamento di quest’ultima, ometteva di intervenire. Resta pendente il secondo fascicolo che riguarda la somministrazione di sostanze. Ad un certo punto nell’inchiesta sulle morti sospette gli indagati erano saliti a undici, tra infermieri e medici. Vennero sequestrate più di 89 cartelle cliniche relative a pazienti di tutte le età e con le più diverse patologie, morti in reparto tra il secondo semestre 2014 e tutto il 2015. I consulenti della procura nella loro relazione hanno evidenziato che il trattamento attuato all’ospedale di Piario era stato corretto e progressivamente adeguato all’evoluzione delle condizioni cliniche dei soggetti.