Logo Capitale della cultura Botta e risposta con Sgarbi

Il sottosegretario l’aveva bocciato: "È inguardabile"

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L’ironia contro le polemiche sul logo di Capitale della Cultura. A sollevare un polverone era stato martedì sera il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che, bocciando senza mezzi termini di logo Bergamo-Brescia 2023, lo aveva definito "d’insolente bruttezza" e aveva bocciato come "inguadabile" la "B’ deforme, che vale per 3".

Non un primato, visto che già nel 2017 lo stesso Sgarbi aveva definito "ripugnante" anche il logo di Pistoia Capitale della Cultura, ma l’affondo ha innescato le reazioni di due Comuni, che hanno difeso la scelta (criticata da Sgarbi come violenza alla grammatica) di declinare in ‘Capitale’ le due città, come decisione inedita e mai sperimentata prima, scaturita dalla "dolorosa sorellanza" durante la pandemia. E che dicono i creatori del logo (che è stato selezionato fra 50 proposte presentate da 32 agenzie e professionisti di tutta Italia da un’apposita commissione di valutazione)? "Ci siamo rimasti di capra", ironizza l’agenzia Akòmi, in un instant web-site creato ieri ad hoc. Il sito gioca sulle parole usate da Sgarbi ("Facciamo loghi di insolente bruttezza. Deformiamo lettere e numeri senza rendercene conto", dichiarano) e raccoglie immagini elaborate con l’intelligenza artificiale "per evitare di fare immagini povere, banali e poco rappresentative, abbiamo chiesto aiuto all’intelligenza artificiale". Federica Pacella