In piazza il bello della diversità Ventimila sfilano per il centro con loro il sindaco Castelletti

Musica, slogan e rivendicazioni al Pride organizzato nel cuore della Leonessa d’Italia. La Lega critica i disagi ai residenti creati dai 12 palchi, la Provincia si spacca sul patrocinio.

In piazza il bello della diversità  Ventimila sfilano per il centro  con loro il sindaco Castelletti

In piazza il bello della diversità Ventimila sfilano per il centro con loro il sindaco Castelletti

Un fiume in piena, colorato e pacifico, accompagnato da musica ma anche dalle rivendicazioni di diritti ed uguaglianza affidate a scritte su striscioni, cartelli, indumenti. Grande partecipazione per il Pride bresciano improntato alla gentilezza ed all’inclusività. Secondo quanto comunicato dagli organizzatori, ha raggiunto le ventimila presenze, non solo della comunità “Lgbtqiapk+“, l’acronimo più inclusivo per indicare la comunità delle persone non eterosessuali e di genere non conforme. In piazza anche molti esponenti del Comune di Brescia, a partire dalla sindaca Laura Castelletti che ha ricordato come i diritti vadano alimentati e difesi e come tanti altri siano da raggiungere; sul Pride si è spaccata invece la Provincia, che non ha dato il patrocinio all’iniziativa, ma che ha visto la presenza del vicepresidente Antonio Bazzani e degli esponenti del centrosinistra.

Non sono mancate nei giorni scorsi anche le polemiche sui 12 palchi autorizzati al Carmine, sollevate dalla Lega secondo cui la Loggia avrebbe penalizzato i residenti (ma la musica era prevista fino alle 23,30), ma il Comitato Brescia Pride ha smorzato ogni polemica. "L’evento accoglierà tutte le persone – hanno fatto sapere ieri mattina – anche quelle che hanno cercato e cercano di offuscare l’importanza, la potenza e la bellezza dell’evento di oggi". Sulla necessità di continuare a manifestare per i diritti sono, del resto, tutti d’accordo. "Oggi si rivolgono a noi soprattutto persone del mondo T, in via di transizione, che hanno problematiche in termini di violenze e discriminazioni, in famiglia e fuori – spiega Louise Bonzoni, presidente di Arcigay-Orlando Brescia – ma ci sono capitati anche un paio di casi di ragazzi cacciati di casa dopo aver dichiarato la propria omosessualità. Purtroppo c’è ancora bisogno del Pride".

Federica Pacella