FRANCESCO SARUBBI
Cronaca

Finti giocatori di padel rubavano i Rolex incustoditi

Arrestati due uomini residenti nel Torinese. Quattro episodi contestati per un bottino del valore di ottantamila euro .

I ladri ripresi dalla videosorveglianza all’interno di uno dei centri sportivi

I ladri ripresi dalla videosorveglianza all’interno di uno dei centri sportivi

Si presentavano nei centri sportivi vestiti da giocatori, ma il loro vero obiettivo erano gli orologi di lusso lasciati incustoditi a bordo campo o negli spogliatoi. E uno dei principali luoghi nel mirino dei due ladri erano i centri padel della provincia di Bergamo. Si erano specializzati in orologi di lusso, tipo Rolex. Ieri mattina gli uomini delle Squadre mobili di Lodi e Torino hanno eseguito due misure cautelari nei confronti di due uomini residenti a Nichelino, nel Torinese, accusati di una serie di furti avvenuti tra Bergamo e Lodi. Le indagini, coordinate dalla procura di Bergamo e condotte dalla Squadra mobile della questura di Lodi, hanno portato alla luce un vero e proprio sistema messo in atto dai due malviventi. Quattro i furti contestati – due a Lodi, due nella Bergamasca – per un valore complessivo di circa ottantamila euro.

Gli episodi si sono verificati tra dicembre 2023 e il 2024. La tecnica adottata dai due ladri era tanto semplice quanto ingegnosa: si presentavano nei centri sportivi fingendosi appassionati di padel, vestiti con abbigliamento sportivo e muniti di racchette. All’ingresso fornivano false generalità e, senza mai entrare realmente in campo, osservavano i frequentatori che indossavano Rolex o altri orologi di pregio. Attendevano poi che questi riponessero i preziosi effetti personali a bordo campo o negli spogliatoi, per poi entrare in azione.

Per garantirsi la fuga, utilizzavano auto con targhe clonate o parcheggiate lontano, rendendo difficile la loro identificazione. Una modalità che ha richiesto un lavoro investigativo attento e articolato. Le forze dell’ordine stanno ora verificando eventuali collegamenti con altri furti simili avvenuti in altre località italiane.

Francesco Donadoni