Fase 2, i rischi della ripresa: "Saremo più aggressivi"

Bergamo, la psicoterapeuta: il pericolo? Ansia, violenze e tendenze autodistruttive. Anche la mascherina può destabilizzarci

Sarah Viola, medico psichiatra, ha analizzato gli effetti del covid sul comportamento

Sarah Viola, medico psichiatra, ha analizzato gli effetti del covid sul comportamento

Bergamo, 19 maggio 2020 - «Mi aspetto una crescita dell’aggressività non controllata verso noi stessi e gli altri". È l’effetto collaterale del coronavirus. Quello che Sarah Viola, medico psichiatra, definisce a tutti gli effetti "uno choc da trauma". Dottoressa Viola, da dove deriva questa diagnosi? "Solo sabato, primo giorno in cui ho riaperto lo studio per quei pazienti che non ho potuto seguire a distanza, via Skype, ho trovato più sofferenza. Ma il virus ha colpito tutti, non solo chi aveva una patologia: ci ha lasciato una popolazione portatrice di un disturbo post-traumatico da stress". Qual è la sensazione diffusa? "È come se la riapertura dopo il lockdown ci abbia fatto conoscere un mondo nemico, estraneo. Soltanto muoverci con guanti e mascherine ci destabilizza. Si è diffuso un pensiero fisso su quello che ci può accadere, un senso di angoscia che non trova pace: è un tratto distintivo di chi ha subìto uno choc". È difficile da curare? "La difficoltà più grande per un medico psichiatra è proprio questa: dopo un terremoto, uno tsunami, o un evento che crea un trauma, possiamo intervenire con una cura per l’emergenza chiamata Emdr. Stavolta, invece, non è possibile perché richiede una vicinanza fisica che non rispetta il distanziamento". Quali conseguenze dobbiamo aspettarci a livello sociale? "Una crescita di attacchi di panico, disturbi del sonno e delle patologie legate all’ansia". Anche di violenze? "Di tutte le forme in cui si può sfogare l’aggressività, che non è cattiveria: preoccupa la possibile crescita di suicidi, di autolesionismo e di violenza verso gli altri". Già durante il lockdown si sono verificati casi di violenza domestica: è un effetto della convivenza forzata? "Anche in situazioni dove non ci sono disagi le convivenze forzate rischiano di esasperare conflitti latenti. Si verificano un aumento della chiusura in se stessi e una crescita del rancore acuiti dal fatto che non si può uscire: c’erano coppie in attesa di separazione che lo stop dell’attività giudiziaria ha di fatto restituito alla condizione di coniugi sotto lo stesso tetto dopo che erano già mentalmente libere". Cosa è successo, invece, a chi già soffriva di disturbi? "I soggetti con patologie hanno bisogno di ritmi e abitudini. In psichiatria è fondamentale la ritualità quotidiana: il cambiamento repentino scompensa chi soffre di schizofrenia, depressione o autismo e aumenta le possibilità di aggressioni verso di sé o verso gli altri". Anche la vita dei bambini è stata sconvolta, con la chiusura di asili nido e scuole: come sarà la loro ripresa? "I più piccoli stanno soffrendo questo scenario restrittivo. E noi adulti non sempre siamo bravi ad accompagnarli. I bimbi che sono molto attaccati alla casa e ai genitori, soprattutto i più piccoli che non erano abituati a vedere la mamma sempre presente, faranno più fatica a essere reinseriti nel contesto sociale a loro abituatale. Tuttavia i bambini hanno una grande capacità di adattamento".