
Via libera da Ats e sindacati ai tamponi rapidi
Bergamo, 2 gennaio 2021 - "Contrastare lo sviluppo della pandemia da Covid-19 e provvedere immediatamente a somministrare la terapia e le procedure di isolamento dei casi e dei contatti". È questo l’obiettivo principale – riportato nell’accordo sottoscritto da Ats Bergamo e dalle organizzazioni sindacali dei camici bianchi il 3 dicembre e recepito dalla stessa agenzia di tutela della salute il 30 dello stesso mese – per la somministrazioni dei cosiddetti tamponi rapidi da parte dei medici di famiglia. Uno strumento fondamentale per il controllo del contagio.
L’accordo definisce tutte le modalità operative. Il lavoro verrà svolto nell’ambito dei Cdrt, i 34 Centri di riferimento territoriale in cui è stato suddiviso il territoriale provinciale, in maniera solidale fra i medici, al fine di tutelare i colleghi impossibilitati ad eseguire tamponi. Tutti i medici del CdRT - anche coloro che fanno tamponi nel loro studio - contribuiranno o eseguendo tamponi o aiutando i colleghi che li faranno in loro vece, nelle forme concordate all’interno del Cdrt stesso.
Lo schema di lavoro prevede che i medici, disponibili a fare tamponi in sede esterna, a rotazione facciano tamponi di norma nel primo pomeriggio, in modo da inviare al medico curante il referto del test al fine di favorire le decisioni conseguenti, la segnalazione su sMainf (il sistema deputato alla segnalazione delle malattie infettive) e la prenotazione del tampone di conferma.
Per le sedi esterne organizzate da Ats e per quanto riguarda il supporto infermieristico e amministrativo, il singolo medico può decidere di utilizzare il proprio personale, rivolgersi ad un servizio esterno, oppure nelle sedi esterne concordate avvalersi di personale sanitario messo a disposizione da Ats. Qualora il medico scelga quest’ultima opzione, l’agenzia è tenuta a fornire il personale di cui sopra. Stabiliti i target di riferimento e sono tre: chi ha avuto contatti stretti asintomatici individuati dal medico oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di prevenzione; casi sospetti che il medico, durante la visita ambulatoriale o domiciliare, decide di sottoporre a test rapido; contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento.