FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Coronavirus, ad Alzano la rabbia di Cristina: "Serviva il tampone, nessuno me l’ha fatto"

Davanti all'ospedale la protesta della donna che ha perso la suocera

Le forze dell’ordine davanti al presidio Pesenti Fenaroli

Alzano Lombardo (Bergamo), 24 aprile 2020 - Già finito al centro di un’inchiesta della procura, che ha aperto un fascicolo per epidemia colposa, ieri mattina l’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo ha dato il via ai primi test sierologici, annunciati dalla Regione. I test sono stati effettuati pure al Poliambulatorio di Nembro, paese confinante, duramente colpito dal Covid-19. In tutto 300 persone, tra i 18 e i 64 anni. Altrettanti ne saranno fatti anche oggi, per arrivare nel giro di una settimana a cinquemila. A partire dalle 7.30, al centro prelievi dell’ospedale seriano si sono presentati i cittadini chiamati dall’Ats di Bergamo, che sta gestendo il protocollo. Uno alla volta o al massimo in due, sono persone non sottoposte a tampone, segnalate dai medici di famiglia, e che hanno avuto contatti con casi accertati e identificati da Ats a seguito di un’indagine epidemiologica.

Un via vai mesto, composto. "Siamo felici di sottoporci al test pur di riuscire a capire la portata di questa epidemia", è il sentire comune. Ma a rompere quel via vai quasi surreale è arrivata una voce alta, tonante: Cristina Ferraris, 60 anni, ha puntato il dito contro il sindaco di Alzano, Camillo Bertocchi, e il direttore generale dell’Ats Massimo Giupponi, entrambi presenti fuori dal centro prelievi.

«Ho chiesto quattro volte di farmi il tampone, quattro, e non l’ho mai avuto – ha gridato la donna –. Mia suocera è morta qui, in ospedale, è stata contagiata qui, ne sono sicura". La suocera Maria Lisa Alborghetti, 74 anni, è morta il 28 marzo ad Alzano, dopo una vicenda lunga e travagliata: "Era già ricoverata il 12 febbraio, per altri problemi, e io venivo ad assisterla tutti i giorni". Poi dimessa il 28 febbraio, dopo l’esito positivo del tampone. "Ma continuava a stare male, finché a fine marzo l’abbiamo portata in ospedale: il 26 un medico mi ha chiamato e mi ha detto che aveva i reni andati, mi ha fatto vedere una tac spaventosa. Il 28 l’altra telefonata: era morta. Ho potuto rivederla solo in un sacco".

Uno sfogo pesante, con parole urlate anche in direzione del sindaco e del direttore Ats. "La mia seconda mamma me l’ha uccisa l’Italia, stiamo scherzando?". Bertocchi ha tentato di calmare la sua concittadina. "Ma non potete smetterla, almeno in questo momento, di fare i politici?". Da una finestra di fronte sopra la farmacia, sono arrivate altre parole: "È la verità". Solo a quel punto la signora Cristina se n’è andata, in lacrime e disperata. Il direttore di Ats ha confermato che sono stati sottoposti a tampone 600 ospiti delle Rsa di Alzano, Nembro e Albino.