FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Bergamo, morti di Covid: "Ecco documenti e testimonianze"

Consegnati in Procura altri materiali raccolti dal comitato “Noi denunceremo“ per le vittime del coronavirus

Consuelo Locati

Consuelo Locati

Bergamo, 26 giugno 2020 - Spuntano nuovi documenti, sono state raccolte altre testimonianze a corredo delle denunce - una cinquantina depositate in procura a giugno - che potrebbero aiutare a spiegare cose accadde la domenica del 23 febbraio all’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Sia i documenti che le testimonianze sono state raccolte e consegnate mercoledì mattina in procura dall’avvocato Consuelo Locati e Luca Fusco, due dei coordinatori del comitato “Noi Denunceremo-Verità e giustizia per le vittime di Covid-19“. Il materiale è stato ricevuto direttamente dal procuratore aggiunto, Maria Cristina Rota, che coordina il pool composto da quattro magistrati (oltre a lei i pm Fabrizio Gaverini, Paolo Mandurino e Silvia Marchina) chiamato a fare luce su possibili negligenze durante la pandemia in Bergamasca, costata la vita a circa seimila persone.

L’indagine si ramifica in tre filoni e le ipotesi di reato sono omicidio colposo ed epidemia colposa. Il primo capitolo riguarda la mancata zona rossa in Valle Seriana (che potrebbe finire su un binario morto e quindi verso l’ipotesi di archiviazione), il secondo le Rsa nella Bergamasca dove sono deceduti tanti anziani, il terzo l’ospedale di Alzano Lombardo e la riapertura del Pronto soccorso dopo tre ore dalla chiusura in seguito alla scoperta dei primi due positivi, lo scorso 23 febbraio. Quest’ultimo ramo dell’inchiesta ora si arricchisce di nuovo materiale in cui si evidenziano "le mancate precauzioni prese quella domenica prima di riattivare gli accessi di degenti e parenti", ha spiegato Locati.

Testimonianze di chi era al Pesenti-Fenaroli quel giorno e ha visto con i propri occhi come sono andate le cose. È un’integrazione del materiale già presentato ai magistrati insieme alle denunce in occasione del primo Denuncia-Day il 10 giugno. "Nel frattempo – continua Locati – sono arrivate altre 150 denunce, non solo dalla Bergamasca. Le consegneremo in procura durante un secondo Denuncia Day in programma la prima settimana di luglio. Teniamo a precisare che noi non puntiamo il dito contro medici e infermieri, loro sono le prime vittime di questa situazione, ma contro dirigenti e politici. Speriamo che anche grazie a queste nuove prove i magistrati possano riuscire a convocare qualcun’altro e soprattutto a fare luce su chi ha sbagliato. Le sensazioni sono positive su un buon esito dell’inchiesta".

Proprio per capire cosa accadde la procura ha conferito l’incarico di consulente al virologo Andrea Crisanti, che ha collaborato con la Regione Veneto per contenere l’epidemia. Nomina decisa dopo gli interrogatori come persone informate sui fatti dell’assessore regionale Giulio Gallera, del presidente Attilio Fontana, a cui si è aggiunta la trasferta romana per sentire il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza.