Bergamo, aereo precipitato: muore anche il papà Stefano

Stefano Mecca era ai comandi. Nello schianto perse la vita la figlia Marzia

I soccorritori attorno al velivolo finito a terra

I soccorritori attorno al velivolo finito a terra

Bergamo, 28 settembre 2019 - Non c'è pace per la famiglia Mecca, che solo lunedì aveva salutato per l’ultima volta la figlia Marzia, 15 anni, in una chiesa di Fiorano al Serio stracolma di gente. Venerdì è giunta un’altra drammatica notizia: anche il papà Stefano, 51 anni, è morto all’ospedale Niguarda di Milano dopo una settimana di ricovero in terapia intensiva, a causa delle ustioni e dei gravi traumi riportati nell’impatto al suolo dell’aereo da turismo Mooney Mk20 D-Eise: sabato 21 settembre il velivolo si era schiantato contro un palo dell’illuminazione pubblica e sul terrapieno dell’Asse interurbano, prendendo immediatamente fuoco. Stefano Mecca, commercialista di Gazzaniga, quel giorno era alla guida del velivolo. Un pilota esperto, con infinite ore di volo alle spalle nonché presidente dell’Aeroclub dal quale il piccolo aereo era decollato pochi minuti prima, in direzione Venezia. Una passione, quella per il cielo, che aveva contagiato tutta la famiglia. Sulle cause dell’incidente sta indagando la Procura di Bergamo. Secondo quanto ricostruito, dopo essere decollato, alle 10.04, il Mooney aveva proseguito solo per cinque minuti sulla rotta programmata, mettendosi in contatto con la torre di controllo tra Ghisalba e Mornico al Serio, avvisandola dell’intenzione di rientrare a causa di «un problema». Mecca non aveva fornito ulteriori dettagli ai controllori del traffico aereo che, a quel punto, mentre l’aereo da turismo aveva già compiuto la virata verso Bergamo, gli avevano esplicitamente chiesto se volesse dichiarare emergenza. Una domanda alla quale il pilota 51enne aveva risposto in modo negativo, rinunciando alla possibilità di atterrare sulla pista principale dello scalo di Orio al Serio. Un primo chiarimento gli inquirenti lo avranno quando almeno una delle due figlie sopravvissute allo schianto sarà in grado, fisicamente e psicologicamente, di rendere la propria testimonianza. All’ospedale milanese Chiara, 18 anni, e Silvia, 15, gemella di Marzia, sono ancora sotto stretta osservazione medica. Quel giorno si erano salvate grazie al provvidenziale intervento dell’ex poliziotto Angelo Pessina e dell’amico Francesco Defendi. I due stavano passando in auto sull’asse interurbano quando senza pensarci due volte hanno fermato l’auto e cercato di sottrarre i feriti alla morsa dell’aereo, già avvolto dalle fiamme. Per Marzia non c’era stato nulla da fare. ora la morte di Stefano assesta un altro tremendo colpo a una famiglia profondamente segnata.