Covid, quasi azzerata la possibilità di contagio in bar, supermercati e negozi

Uno studio sulla presenza del virus negli ambienti chiusi dimostra l'efficacia delle misure di contenimento

L'andamento del contagio

L'andamento del contagio

Le possibilità di contagio da Sars-Cov2 sono quasi azzerate negli ambienti pubblici chiusi: in altre parole, ormai ci si infetta negli ambienti domestici o in quelli lavorativi dove non si rispettano i protocolli di sicurezza. E' quanto emerge da uno studio di Cnr e Università Cà Foscari di Venezia sulla presenza del virus in campioni di aerosol prelevati con tecniche sofisticate in vari ambienti pubblici chiusi in altrettante città italiane con condizione climatiche e pandemiche differenti. 

Dove

La ricerca, realizzata nell'autunno 2020, quindi durante la massima diffusione della seconda ondata, mirava a valutare il rischio di contagio negli ambienti di comunità al chiuso come supermercati, ristoranti e mezzi pubblici. L'analisi ha riguardato la concentrazione delle particelle virali nell'aria in diversi ambienti operativi anche durante le restrizioni, e nello specifico la stazione ferroviaria di Mestre e due supermercati nell'area metropolitana di Venezia; la mensa Cnr dell'area della ricerca di Bologna; un centro commerciale, una farmacia, ed un salone di parrucchiere a Lecce

I risultati

Tutti i campioni raccolti sono risultati negativi e non sono state osservate differenze relative a orari di apertura, presenza di persone e chiusura degli ambienti. Questo significa che il virus e' assente o in concentrazione inferiore alla rilevabilita' e conferma come, con le limitazioni osservate - distanziamento fisico, contingentamento degli ingressi ed uso delle mascherine -  la probabilita' di contagio airborne appare molto bassa. Non solo, "cio' rafforza l'importanza di osservare negli ambienti chiusi le norme su mascherine, distanziamento e controlli, incrementando quanto possibile, la ventilazione.. Un rischio maggiore potrebbe infatti verificarsi in ambienti indoor ventilati piu' scarsamente, dove le goccioline respiratorie possono rimanere in sospensione per tempi piu' lunghi e depositarsi sulle superfici, incrementando la possibilita' di contaminazione per contatto indiretto (mediato dalle superfici) rispetto al contatto diretto tra gli individui", conferma Andrea Gambaro docente Universita' Ca' Foscari Venezia. 

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