Lavena Ponte Tresa, "Tassa d’entrata per i frontalieri: idea assurda e discriminatoria"

Dure reazioni nella fascia di confine alla proposta avanzata dal consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri

I temi riguardanti i frontalieri sono sempre molto caldi

I temi riguardanti i frontalieri sono sempre molto caldi

Lavena Ponte Tresa (Varese), 29 aprile 2016 - "È la più grande stupidata che abbia mai sentito". Non usa giri di parole il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni, per commentare la proposta avanzata dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri, che ha presentato una mozione al Consiglio federale (l’organo esecutivo del Governo elvetico) nella quale si chiede di elaborare una tassa d’entrata da applicare nei confronti dei lavoratori stranieri impiegati in Canton Ticino. "Oltre ad essere fonte di problemi sul mercato del lavoro - afferma l’esponente della Lega dei Ticinesi -, i frontalieri usufruiscono di prestazioni finanziate dal contribuente elvetico e causano alla collettività costi che però non sono poi chiamati a coprire".

Secondo Quadri la presenza di oltre 62mila frontalieri finisce per incidere in maniera sensibile anche sul traffico, sull’usura della rete stradale e sull’aumento dei rifiuti solidi urbani, la cui raccolta e il cui smaltimento rimangono a carico dei residenti, aspetto questo che contraddirebbe il principio di causalità decretato dalla Confederazione. Così, prendendo spunto dalla causa perorata da Reiner Eichenberger, direttore del seminario per la Scienza delle finanze dell’Università di Friburgo, Quadri ha ufficialmente presentato una mozione chiedendo al Consiglio federale di elaborare una tassa d’entrata per i frontalieri "a tutela del mercato del lavoro locale e a copertura dei costi sociali, economici, ambientali e infrastrutturali".

Insomma, l’ennesimo attacco ai lavoratori italiani di stanza in Svizzera arriva da uno dei massimi esponenti della Lega dei Ticinesi, per il quale bisognerebbe ulteriormente tassare la manodopera proveniente da Varesotto, Comasco e Verbano Cusio Ossola, già alle prese con l’imminente modifica al sistema di imposizione causata dal nuovo accordo bilaterale siglato fra Roma e Berna.

"Al signor Quadri - sottolinea il primo cittadino lavenese, presidente dell’associazione che riunisce i Comuni della fascia di confine - bisognerebbe ricordare che attualmente i frontalieri lasciano il 61.8% delle loro tasse in Svizzera, e che in futuro questa percentuale salirà al 70. Inoltre, gli italiani impiegati nel Canton Ticino non causano certo problemi al mercato del lavoro locale, bensì rappresentano una risorsa per il territorio nel quale operano. Il tono di questa azione è davvero deprecabile: stavolta si è andati ben oltre il limite".