Varese, bimbo “rapito” dalla madre: è in Russia dai nonni materni

I familiari italiani: "Il governo si attivi per restituircelo"

L’aeroporto di Mosca, dove sbarcarono la mamma e il bimbo

L’aeroporto di Mosca, dove sbarcarono la mamma e il bimbo

Varese, 10 dicembre 2017 - E' stato individuato a Chelyabinsk, in Russia, il bimbo varesino di 5 anni “rapito” dalla madre ad agosto. La donna, in Italia indagata con l’accusa di sottrazione di minore, lo ha riportato nella sua città d’origine. Lì, al momento, vive con lei e i nonni materni. La Farnesina, informata dell’accaduto (il bambino era stato temporaneamente affidato ai nonni paterni con i quali viveva in un paese del Gallaratese) aveva attivato tutti i canali necessari a rintracciare il minore: in campo anche l’Interpol.

Due giorni fa la certezza: il bambino si trovava effettivamente a Chelyabinsk. La nonna materna è immediatamente partita per la Russia (con una troupe televisiva) per riuscire "almeno a vedere mio nipote". Permesso negato dalla madre e dai nonni materni che, dice la signora, "si sono rifiutati di farmelo incontrare anche soltanto per pochi minuti. Non volevo portarlo via. volevo soltanto vedere mio nipote per qualche minuto. Assicurarmi che stesse bene. Dargli il regalo di Natale che ho portato per lui". Nulla da fare. Il tribunale dei Minori di Torino, intanto, ha affidato il bimbo ai nonni paterni in via definitiva.

Il caso è stato anche presentato all’Aia: per le autorità italiane il piccolo (che ha doppia cittadinanza) deve rientrare immediatamente nel nostro Paese. "Non possiamo portarlo via – spiega la nonna – sino a quando la magistratura russa non avrà avvallato il rimpatrio. Lo sapevamo. Siamo venuti qua soltanto per vederlo".

Quindi l’appello alle autorità italiane: "Vi prego – dice la nonna paterna – attivatevi in fretta. Restituitecelo al più presto". I familiari italiani, ora, dovranno nominare un avvocato russo che li rappresenti in tribunale a Chelyabinsk. "Ci vorranno almeno altri due mesi prima che il tribunale russo vagli tutta la documentazione – dicono i familiari – chiediamo allo Stato italiano di fare tutto il possibile affinché il bambino possa tornare a casa il prima possibile. Nel suo interesse". La nonna paterna del bimbo rientrerà in Italia oggi "senza aver visto mio nipote. Non possiamo fare altro che aspettare. Senza arrenderci mai".