Tribunale, grido d’allarme per il 2018: oltre 17mila fascicoli arretrati

In tre anni processi pendenti aumentati del 67,7: colpa della carenza d'organico

Il procuratore capo Daniela Borgonovo

Il procuratore capo Daniela Borgonovo

Varese, 3 gennaio 2018 - Arretrato a quota 17.324. E il Tribunale "soffoca". In tre anni processi pendenti aumentati del 67,7%. Tre anni di giustizia penale nel Distretto di Milano, in Corte d’Appello e in nove tribunali ordinari, compresi quelli di Varese e Busto Arsizio. E un dato scioccante tra i tanti forniti dalla statistiche del Ministero della Giustizia: a Varese, se si considera il periodo che va dal 31 dicembre 2014 al 30 settembre 2017, i procedimenti pendenti, quelli che rappresentano l’arretrato, sono aumentati del 67,7 per cento, da 10.325 processi a 17.320.

Un dato ancora più preoccupante se si considera che in questo caso il vecchio adagio “mal comune mezzo gaudio” non si può proprio applicare: la Corte d’Appello diminuisce i procedimenti pendenti del 26,3 per cento, dei nove tribunali sei fanno altrettanto, anche se il calo è percentualmente minore, e oltre a Varese aumentano l’arretrato solo Como (ma del 5,1 per cento) e Sondrio (del 16 per cento, ma con numeri che non sono nemmeno lontanamente paragonabili: i “pendenti” tre anni fa erano 1.149, lo scorso 30 settembre sono saliti a quota 1.333 e si parla quindi solo di 184 fascicoli in più).

E intanto a Busto Arsizio si sorride: in tre anni l’arretrato è calato del 12,7 per cento, con i procedimenti pendenti totali scesi da 7.153 a 6.248. Lo stesso Ministero precisa che "il periodo in esame è a cavallo della riforma della geografia giudiziaria" e soprattutto "dell’introduzione del nuovo registro informatizzato del settore penale". Come a dire che non è detto che i vari cervelloni abbiano elaborato i numeri in modo del tutto corretto e del resto a Varese, in passato, il rischio di un registro informatizzato non del tutto attendibile era stato evidenziato anche dal presidente del Tribunale Vito Piglionica.

In ogni caso, esaminando il dettaglio delle statistiche si scopre qualcosa che era già noto e già causa di allarme in passato: i numeri negativi dipendono in massima parte dal sottodimensionamento dell’ufficio gip-gup, che fa da “cinghia di trasmissione” tra le indagini della Procura della Repubblica e i processi veri e propri davanti al giudice monocratico, davanti al tribunale in composizione collegiale e davanti alla Corte d’Assise.

Basti dire che indagini e udienze preliminari nei confronti di soggetti noti hanno avuto un saldo negativo nel rapporto tra procedimenti iscritti e procedimenti definiti pari a 2.871 nel 2015, pari a 2.317 nel 2016 e pari a 2.474 nei primi nove mesi del 2017. Per un totale che arriva 7.662 procedimenti pendenti. Ennesima dimostrazione dell’assoluta necessità di un potenziamento della sezione gip-gup, che nell’ultimo triennio ha avuto di rado tre magistrati in servizio (da oltre un anno sono due). Il terzo gip dovrebbe essere a breve il giudice Stefano Colombo, che in primavera sarà poi sostituito da Giuseppe Fertitta: entrambi non vengono da fuori ma sono in forza alla Sezione penale.