PAOLO CANDELORO
Cronaca

Saronno, "Il dottor Cazzaniga? Mai sospettato nulla. Adesso mio marito è morto due volte"

Il "protocollo" dell’anestesista: parla la vedova di una delle presunte vittime

L'arresto di Leonardo Cazzaniga

L'arresto di Leonardo Cazzaniga

Saronno (Varese), 13 dicembre 2016 - Angelo Lauria era un malato di tumore in fase terminale. Da tempo era seguito dagli specialisti dell’ospedale di Saronno, ma il 9 aprile 2013 - il giorno del decesso, avvenuto all’interno della struttura di piazzale Borella - «non era - si legge sulle carte delle indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio - in condizioni tali da far ritenere un’imminente precipitazione dei parametri vitali».

Quella mattina il 69enne fu accompagnato al presidio per l’inizio delle cure palliative di fine vita, e per la temporanea indisponibilità di posti letto in Oncologia fu condotto al Pronto soccorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, all’atto dell’ingresso nell’ambulatorio il signor Lauria manifestò un peggioramento delle condizioni respiratorie: il dottor Cazzaniga gli somministrò «farmaci che combinati tra loro e in forte sovradosaggio non avrebbero potuto portare ad altra conseguenza che a una definitiva depressione dello stimolo respiratorio», avvenuta infatti pochi minuti dopo la terapia incriminata. Angela Lauria, vedova di una delle presunte vittime del «protocollo Cazzaniga»: che ricordi ha di quella giornata? «Mio marito parlava tranquillamente, camminava, faceva le scale. In quel periodo andava e veniva dall’ospedale, e nell’occasione avrebbe dovuto iniziare una serie di cure che gli alleviassero il dolore. Stava male, ma il giorno in cui lo portammo in ospedale non era certo in condizioni disperate. Mi ricordo perfettamente una frase del dottor Cazzaniga, che disse: “Metti una flebo qualsiasi’’. Quelle parole mi sono rimaste in testa».

Come mai non denunciò nulla? «Non ho mai pensato a un fatto del genere: di quella frase ho parlato in seguito anche con diversi amici, ma non avevo sospettato che potesse significare qualcosa di così terribile. Non ci sono mai arrivata». Cosa ha pensato quando è stata messa al corrente delle indagini sull’anestesista? «Sono rimasta davvero scioccata. Non ne sapevo nulla, e sono stata messa al corrente solo il giorno degli arresti. Mi hanno chiamato i carabinieri, i quali mi hanno raccontato tutto parlandomi del dottor Cazzaniga, che io avevo incontrato solo in quel 9 aprile di tre anni fa. Io, infatti, il suo nome nemmeno lo conoscevo: l’ho sentito per la prima volta solo due settimane fa». Cosa si aspetta adesso dall’inchiesta in corso? «Solo giustizia. C’è tanta rabbia, perché è come se mio marito fosse morto due volte: la prima, il 9 aprile 2013 all’ospedale di Saronno;la seconda, adesso che sono venuta a conoscenza di tutta questa storia. Mi aspetto solo che venga fatta giustizia».