Accoglienza migranti, la battaglia dei sindaci

Si riaccende la polemica dopo l'episodio di Somma Lombardo e anche la distanza tra gli enti che propongono accoglienza diffusa e chi la rifiuta

Un gruppo di richiedenti asilo

Un gruppo di richiedenti asilo

Varese, 22 luglio 2017 - Accoglienza migranti, un tema scottante; c’è chi lo chiama business, chi carità, chi la spinge e chi la rifiuta. Alle spalle credo politici, preoccupazioni in materia di sicurezza, imprenditori che attorno all’immigrazione hanno costruito un modello di business che funziona. A farne le spese, per lo più, sono gli ospiti dei centri di accoglienza e i cittadini di quelle zone magari non gestite a dovere. Accade in tutta Italia, nello specifico anche a Busto Arsizio e dintorni, in provincia di Varese. "Negli anni sono cambiati i numeri delle persone che ospitiamo, io non faccio il benefattore, è un lavoro come un altro che può piacere o non piacere". Sono le parole, alle telecamere di La7, rilasciate due giorni fa da Roberto Garabello, titolare insieme a Katiuscia Balansino, della Kb srl, società che in tre anni ha gestito circa 700 profughi in sei diverse strutture, tra cui quella di via dei Mille a Busto Arsizio, spesso teatro di proteste e manifestazioni da parte dei migranti. La Kb, che nel 2015 aveva un fatturato di 1 milione e 440 mila euro, nel 2016 è arrivata a fatturarne circa 7 milioni e 428mila.

A Busto gli ospiti del centro sono 218, mentre dei 50 ospiti a Gallarate alcuni sono sempre sotto la tutela di Kb, altri invece della cooperativa Exodus. E sempre a Gallarate, l’acquisto di uno stabile all’asta da parte di Kb ha agitato gli animi, con tanto di bagarre sulla stampa tra maggioranza (contraria all’arrivo di altri migranti) e opposizione che invece è aperta all’accoglienza. A Lonate Pozzolo sarebbero previsti 50 arrivi, ma i segretari di Lega, Udc e Forza Italia hanno scritto una lettera al prefetto per manifestare grande preoccupazione, mentre a Besnate il sindaco ha addirittura fatto lo sciopero della fame perché gli erano stati inviati 32 profughi invece dei 15 annunciati, privazione che ha cessato di mettere in atto non appena il surplus di presenze è stato trasferito altrove.

Saronno, forte di un primo cittadino che non lascia spazio al compromesso, solo 6 migranti sono ospiti della casa parrocchiale. A Uboldo, dopo il trasferimento di circa 80 persone ospiti fino a qualche mese fa in una struttura che ha presentato delle irregolarità, dalla primavera scorsa non vi sono più migranti. A latere di chi protesta per l’arrivo di migranti, c’è la “Rete civica dei sindaci per l’accoglienza e la lotta alla povertà”, che afferma "l’importanza della reciproca solidarietà tra pubblici amministratori. Nella nostra Provincia su 139 Comuni sono poco più di 50 ad accogliere" e che sottolinea "l’importanza delle azioni sul tema della guerra tra povertà, che molte parti stanno cinicamente diffondendo nella nostra confusa società" e di come sarà forte l’impegno della Rete "per realizzare progetti concreti per promuovere l’accoglienza e nel contempo contrastare la povertà e l’emarginazione tra gli italiani". Forse i migranti, come i cittadini, sono stanchi di essere sballottati come una bandiera, utile solo a scopi diversi rispetto al reale valore dell’accoglienza.