Varese, avviso ai dirigenti di Leonardo: "È il momento dello sviluppo"

Fiom-Cgil all’attacco: necessaria anche la stabilizzazione dei precari

Operai nella sede di AgustaWestland a Vergiate

Operai nella sede di AgustaWestland a Vergiate

Varese, 4 novembre 2017 - Rinnovars o perire. La Fiom-Cgil lancia un monito al gruppo Leonardo Finmeccanica, che conta al suo interno le varesine Augusta Westland e Alenia Aermacchi, e chiede dopo la fase del risanamento e della riorganizzazione di avviare quella dello sviluppo per tornare a pensare in grande: "Sono stati sistemati i conti – è il monito del segretario Fiom di Varese, Nino Cartosio – ma adesso o ci si continua a sviluppare o il gruppo non sarà in grado di reggere la crescente concentrazione industriale che c’è nel settore".

Ieri la Fiom ha tenuto un incontro a Varese, a cui ha partecipato anche il segretario nazionale del sindacato Francesca Re David, nel quale è stato tracciato il quadro della situazione del gruppo Leonardo ed è stata espressa la volontà di aprire con l’azienda un confronto a 360 gradi sulla dimensione industriale e sul contratto dei dipendenti, che nel Varesotto sono circa 5.500. "Il nuovo management – ha aggiunto Cartosio – ha deciso di presentare a inizio 2018 un nuovo piano industriale che, a detta della dirigenza, farà passare l’azienda dalla fase di riorganizzazione e risanamento a quella della crescita e dello sviluppo".

Altro elemento è la ripresa delle trattative "per definire un contratto unico per i dipendenti di tutto il gruppo", continua Cartosio. Quest’ultima "trattativa ha già avuto nel 2016 un primo capitolo, che ha armonizzato alcuni aspetti all’interno gruppo. Ora si deve ripartire con la seconda fase di questo percorso". Per il segretario da un lato "è necessario fare operazioni di sviluppo dell’attività produttiva" oppure acquisizioni. Mentre "dal punto di vista contrattuale bisogna armonizzare quanto previsto dal fondo salute metalmeccanici e i fondi integrativi aziendali".

L’obiettivo è "dare ai lavoratori benefici migliorativi rispetto al fondo nazionale". Ma la Fiom dice no a mischiare i piani: "Il rapporto deve essere tra salario e salario, welfare e welfare". Infine bisogna stabilizzare i "lavoratori somministrati". Ad esempio a Venegono, conclude Cartosio, "l’azienda ha detto di voler mantenere i 190 lavoratori somministrati in organico, stiamo a vedere se manterrà la promessa. La loro professionalità non può assolutamente andare persa".