Castellanza, olfatto dei cani per battere i tumori: innovativa ricerca alla Mater Domini

Lo studio illustrato al Parlamento europeo. Il responsabile di Urologia all'Humanitas, Gianluigi Taverna: "Esame estremamente attendibile"

Uno dei due preziosi collaboratori nella battaglia contro il tumore alla prostata

Uno dei due preziosi collaboratori nella battaglia contro il tumore alla prostata

Castellanza (Varese), 15 novembre 2016 - Sarà presentata oggi al Parlamento europeo, alla commissione Salute, una ricerca medica di Humanitas sulle potenzialità dell’olfatto canino nel diagnosticare il tumore alla prostata. Lo studio è un esempio di innovazione in ambito sanitario e scientifico che oggi sarà all’attenzione dei parlamentari europei. La ricerca è stata avviata nel 2012 dal dottor Gianluigi Taverna, responsabile dell’Urologia presso Humanitas Mater Domini di Castellanza, in collaborazione con il Centro militare veterinario di Grosseto e il patrocinio dello Stato Maggiore della Difesa. I ricercatori in questi anni sono stati impegnati a verificare le potenzialità olfattive dei cani nella discriminazione di odori organici umani complessi con lo scopo di sviluppare nuovi strumenti utili per la diagnosi precoce del tumore alla prostata.

La prima fase dello studio si è conclusa con successo. Sono stati analizzati campioni di urina di oltre 900 persone, suddivisi tra pazienti affetti da tumore alla prostata e un gruppo di controllo composto da soggetti sani oppure con patologie tumorali non prostatiche o non tumorali. È emerso che i cani rigorosamente addestrati sono in grado di riconoscere la presenza del tumore prostatico con un’accuratezza del 98%.

"La scoperta interessante - spiega il dottor Taverna - riguarda la certezza che il tumore alla prostata produce sostanze volatili specifiche che il cane è in grado di riconoscere con estrema attendibilità. La sfida futura - prosegue il responsabile dell’Urologia presso Humanitas Mater Domini - è capire che cosa il cane annusi, quale metabolismo cellulare e tissutale produca l’odore e sviluppare quindi nuove tecnologie in grado di riconoscere i 'Volatile Organic Compound' tumorali". Lo studio, sottolinea invece Alessandro Liguori, amministratore delegato di Humanitas, "è la testimonianza di come la ricerca sia fondamentale sul fronte della prevenzione e della tutela della salute".

Si stima che in Italia ogni anno siano diagnosticati 30mila nuovi casi di tumore alla prostata, nell’uomo circa il 20% delle diagnosi tumorali complessive. La ricerca italiana apre indubbiamente nuove prospettive. Allo studio lavorano urologi dell’Humanitas Mater Domini di Castellanza e dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, il capo della sezione di Medicina e Dignostica canina al centro militare veterinario di Grosseto, colonnello Lorenzo Tidu e il ricercatore dell’Istituto clinico Humanitas Fabio Grizzi. I risultati sono stati selezionati come avanzamento nella diagnosi e nel trattamento del tumore prostatico e sono inseriti nel "2015 Report on prostate disease" pubblicato da Harvard Medical School. Oggi la presentazione al Parlamento europeo.