Busto Arsizio, una vita in bottega: il calzolaio che ha fatto camminare il mondo

Raffaele Castellano, 79 anni, titolare di uno dei negozi storici in città racconta il suo mestiere

Raffaele Castellano, 79 anni, nella sua bottega

Raffaele Castellano, 79 anni, nella sua bottega

Busto Arsizio (Varese), 21 ottobre 2017 - Un pezzo della sua storia è da qualche tempo al Museo del Tessile, una vecchia macchina per realizzare cuciture speciali alle scarpe: Raffaele Castellano, 79 anni, originario di Conza della Campania, piccolo paese in provincia di Avellino, da mezzo secolo a Busto Arsizio, lavora ancora nella sua bottega di calzolaio, il più anziano in attività in città. Dal cassetto del bancone toglie un lettera, la apre con delicatezza, come si merita un documento importante. "È dell’assessore alla Cultura – spiega commosso – mi ha scritto per ringraziarmi del dono che ho fatto, quella vecchia macchina per calzoleria che ho utilizzato per anni. L’avevo portata dalla Svizzera. L’hanno esposta al Museo del Tessile, che custodisce anche la storia del Calzaturificio Borri. Ecco, là ora c’è anche la mia piccola storia".

Rilegge con commozione ad alta voce quelle righe, poi ripone la lettera. "Il prossimo anno - continua - sono cinquant’anni che ho la bottega, e compirò 80 anni. Vorrei passare il testimone, cedere l’attività a un giovane che voglia intraprendere questo mestiere. Purtroppo è difficile trovare giovani interessati, invece è un lavoro così bello che ti dà da vivere e poi tante soddisfazioni. Se arrivasse un giovane determinato a rilevare la bottega io per un po’ lo affiancherei per svelargli i segreti del mestiere, quelli che ti permettono di vedere uscire sempre contenti i clienti con le scarpe riparate. E non è mica facile".

Sorride Raffaele Castellano, accanto a lui la moglie Giovanna, ex operaia al Calzaturificio Borri, sono sposati da 53 anni, ancora oggi è sua insostituibile collaboratrice. "Sono in pensione – dice ancora l’artigiano – ma a casa proprio non ci sto. Continuo così a lavorare, facendo un mestiere che per me è soprattutto passione. Vorrei tanto trasmetterla ai giovani. Per dare un futuro al nostro lavoro servono corsi di formazione, altrimenti non ci saranno più calzolai. Pensiamo a quanto è utile il nostro mestiere, siamo noi calzolai a far camminare il mondo, a evitare anche lo spreco: le scarpe non si buttano, si riparano!”.

La storia di Castellano è anche una storia di emigrazione. "Terminate le scuole nel mio paese - racconta - ho seguito mio fratello Angelo che già faceva questo lavoro, non solo riparazione ma anche realizzazione di scarpe a mano. A 17 anni sono emigrato in Venezuela, dove mio fratello mi aveva preceduto. Stavo bene, lavoravo, poi la situazione politica è precipitata e sono rientrato in Italia, nel mio paese d’origine. Ci sono rimasto poco, dovevo lavorare e così sono emigrato una seconda volta raggiungendo Berna, in Svizzera. Ho trovato lavoro da un calzolaio svizzero e per dieci anni non mi sono mosso da Berna".

Alla fine degli anni ’60 l’arrivo a Busto Arsizio: "È stato un mio amico postino a convincermi a lasciare la Svizzera per Busto Arsizio. Lui si era già trasferito e si trovava bene". In pochissimo tempo avviò la sua attività. Il prossimo anno saranno cinquant’anni “di bottega” e Raffaele Castellano ha un desiderio da realizzare per festeggiare al meglio quell’anniversario: "Vedere un giovane al mio posto, pronto a continuare con i miei consigli questo mestiere che può dare tante soddisfazioni".