Comerio, massacrate da un cane: da 4 anni senza giustizia

Mamma e figlia azzannate, processo rinviato per la terza volta

 Un cane corso

Un cane corso

Comerio (Varese), 20 ottobre 2017 - Azzannata da un cane insiema alla sua figlioletta: processo rinviato per la terza volta. «Incredibile. Voglio soltanto giustizia. Così il tormento è insopportabile». «Dopo quattro anni di calvario sotto il profilo sanitario e psicologico, voglio avere giustizia». Elisa Ballerio nell’ottobre 2013 fu azzannata, e con lei la sua bambina di soli 3 anni, da un cane corso che la proprietaria, presente ma immobile durante l’aggressione, non è riuscita a fermare.

Per comprendere la portata di quanto accadde quel pomeriggio a due passi dall’abitazione di Elisa va riassunto il percorso sanitario di madre e figlia. Quattro mesi d’ospedale, una lunga degenza nel reparto di rianimazione, dieci operazioni di chirurgia plastica per la mamma, uscita dall’aggressione con la testa ridotta a una maschera, tre operazioni per la bimba cui l’animale ha quasi staccato un orecchio a morsi. «Ci avrebbe uccise – dice Elisa – se non fosse intervenuto il nostro vicino di casa. Ci ha salvato la vita. E di questo lo ringrazierò sempre». Elisa ha inviato ai giornali una lettera aperta per dire pubblicamente grazie a chi ha strappato lei e i suoi bambini dalle fauci del cane. Essendo il reato di malgoverno di animale depenalizzato, il fascicolo è andato in automatico verso l’archiviazione. «Ce ne siamo accorti in tempo e lo stesso ufficio del pubblico ministero si è opposto al provvedimento. Il fascicolo è quindi tornato al procuratore Daniela Borgonovo che ha dato un efficace impulso alle indagini. I reati contestati sono esatti, adesso – spiega Marco Natola, legale della donna – le lesioni sono oggetto di discussione in seno all’ufficio del giudice di pace. Il fascicolo è già stato assegnato e il magistrato assegnatario ha fatto un lavoro eccellente in fase di indagine».

Si arriva finalmente al processo. Il reato contestato è quello di lesioni. Davanti al giudice di pace. Non è la sede giusta, visti i danni causati dal cane, ma indietro non si può tornare. Le parole di Elisa e le fotografie raccontano di ferite gravissime: «Il cane mi ha azzannata alla giugulare. Ho avuto la lucidità di regolare il respiro e l’ansia, perché più il cuore batte rapido più il sangue sgorga. Ho cercato di rallentare tutto per non morire dissanguata».

Dopo quattro anni finalmente si arriva al processo. Due rinvii per vizio di notifica. E ieri è arrivato il terzo rinvio. Con Elisa che chiede soltanto di avere giustizia: «Ci è stata fatta un’offerta risarcitoria dall’assicurazione - conclude Natola - abbiamo detto no. Elisa non vuole denaro. Vuole giustizia per quanto le è accaduto».