La metà dei sovracanoni del Bim in un fondo per il Governo. Cioccarelli: Una beffa

Netta posizione del presidente del Bim contro il decreto legislativo in tema di pagamenti dei servizi ecosistemici approvato dalla Commissione ambiente del Ministero dell’Ambiente

Carla Cioccarelli, presidente del Bim

Carla Cioccarelli, presidente del Bim

Sondrio, 26 agosto 2016 - Netta posizione del presidente del Bim, Carla Cioccarelli, contro il decreto legislativo in tema di pagamenti dei servizi ecosistemici approvato dalla Commissione ambiente del Ministero dell’Ambiente, che introduce l’istituzione di un fondo a disposizione del Governo in cui verranno versati la metà dei sovracanoni del Bacino Imbrifero dell'Adda, 

“Questi sono soldi della comunità - dice - che devono rimanere in Valtellina e Valchiavenna, quindi invitiamo chi è a Roma ad intervenire immediatamente. In questo modo saremo vincolati a un fondo di non chiaro utilizzo in cui dovremo versare almeno 10 milioni di euro. Questo è un attacco diretto alla nostra autonomia gestionale. La metà dei soldi del Bim sparirebbero in un fondo gestito dal Governo centrale di cui in provincia non tornerebbe più nulla. Con le convenzioni scadute lo scippo riguarderebbe poi altri 5 milioni. Ricordiamo che i servizi ecosistemici rivestono un ruolo sempre maggiore all’interno dei processi decisionali per garantire la conservazione delle risorse naturali, il benessere umano e la prosperità economica. Le risorse naturali quali le foreste, i sistemi agricoli e le aree umide oltre ai prodotti forniscono servizi come la depurazione delle acque, la mitigazione del cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità".

L’articolo 14, che il presidente Cioccarelli contesta duramente, recita: “Nel caso di consorzio il sovracanone è attribuito ad un fondo comune a disposizione del consorzio o dei consorzi presenti nel perimetro interessato, il quale fondo è impiegato per il 50% esclusivamente a favore del progresso economico e sociale delle popolazioni e per il 50% esclusivamente ad opere di sistemazione e manutenzione montana che non siano di competenza dello Stato”.  "L’allarme è grande - conclude Cioccarelli -  per Valtellina e Valchiavenna si tratterebbe di una ulteriore beffa".