Sondrio, bimbo perse tre dita per un petardo: condannata una commerciante

Il micidiale botto venduto a un quattordicenne poi finì in mano ad dodicenne. L'incidente a Bormio a San Silverstro 2013.

Ancora preoccupazione per il fenomeno dei botti di capodanno

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Sondrio, 6 maggio 2015 -  E' costato caro a una commerciante di Bormio aver venduto a un quattordicenne dei petardi pericolosi che finirono in mano a un bambino che nella esplosione perse tre ditaIl giudice Barbara Licitra ha condannato a due anni di reclusione (il pm Giacomo Puricelli aveva chiesto 6 mesi) e 50 mila euro di multa con la sospensione condizionale della pena, subordinata però al risarcimento del danno Giuseppina Speckenhauser, 70 anni. La donna nel dicembre 2013 aveva venduto a una quattordicenne due petardi «Rambo 31 K» che poi finirono nelle mani di un bambino di 12 anni di Mandello del Lario (Lecco) che la notte di San Silvestro perse 3 dita della mano destra proprio a causa di uno di quei micidiali petardi.

La negoziante era accusata di lesioni colpose gravissime, detenzione e vendita di materiali esplodenti e articoli pirotecnici a un soggetto minorenne, priva peraltro della necessaria abilitazione. L'incidente avvenne durante le vacanze di Natale trascorse a Bormio dal giovanissimo. Il 12enne, pensando di tenere fra le mani una fiaccola, aveva tardato a lanciare l'oggetto che gli esplose in mano. Il ragazzino rimase in ospedale un mese e mezzo e da allora ha subito 12 interventi chirurgici. «La sua mano destra, dopo l'amputazione di tre dita, oggi è un arto inservibile», ha dichiarato a fine processo l'avvocato Stefano Pellizzari di Lecco, zio del minorenne. Il giudice ha inoltre condannato la donna a un maxi-risarcimento, stabilendo infatti una provvisionale di 130 mila euro a favore dei genitori del bambino con la mano menomata.