Omicidio di Brusio, le verità dei due imputati

Ezio Gatti e il moldavo Ruslan Cojocaru parlano per quattro ore davanti alla Corte d'Assise

Ezio Gatti e Ruslan Cojocaru

Ezio Gatti e Ruslan Cojocaru

Brusio, 1 novembre 2014 - Entro la fine dell’anno e forse nell’udienza dell’11 dicembre, si potrà conoscere il verdetto della Corte d’Assise sul duplice omicidio di Brusio. Una sentenza che potrebbe giungere a quattro anni di distanza da quel 21 novembre 2010, giorno in cui vennero barbaramente uccisi i coniugi Gianpiero Ferrari e Gabriella Plozza, trovati morti negli uffici della loro abitazione di Zalende, a Brusio. 

Delitto che vede alla sbarra il presunto esecutore, il moldavo Ruslan Cojocaru, e il presunto mandante, il sondriese Ezio Gatti. Per loro il pubblico ministero Luisa Russo ha chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno per tre anni. Nell’udienza di ieri nel Tribunale di Sondrio entrambi gli imputati hanno fatto dichiarazioni spontanee. Per la prima volta Cojocaru ha parlato davanti a tutti raccontando la sua vita in Italia, le sue attività come corriere, «importando in auto soldi falsi e veri dalla Romania alla Francia e alla Spagna». «Il rapporto con Ezio Gatti è iniziato nel 2010 – ha detto Cojocaru – so che lui aveva delle aziende e mi sono recato da lui per un prestito. A Gatti non interessava la mia attività di corriere, a lui interessavano le mie conoscenze per finanziamenti in nero e verso fine agosto 2010 mi ha proposto un affare per fare dei soldi buoni».

Un affare che secondo Gatti riguardava la vendita di schede telefoniche (sim) poi non andato in porto. «Ruslan è stato a casa mia due volte in estate, siamo andati a cena, l’ho portato a Chiesa in Valmalenco in un ristorante e poi anche a Castione a mangiare – ha dichiarato il sondriese -. Se dovevo fare qualcosa di losco non lo portavo di certo in giro in pubblico facendomi vedere insieme. Faccio fatica a credere che sia stato lui a compiere il delitto, ma di certo so che non sono stato io e che non c’entro niente». Quattro ore di dichiarazioni spontanee da parte dei due imputati. «Non ho mai raccontato la mia vita a nessuno, neanche a mia moglie, ma sono stato costretto oggi dopo le dichiarazioni che ho sentito. Sono una persona educata, con autocontrollo, amichevole e non ho mai avuto un’ammonizione in carcere», ha detto il moldavo accusato di essere l’esecutore dell’omicidio.

Al termine del procedimento il presidente della Corte d’Assise, Pietro Della Pona, ha fissato il calendario delle prossime udienze. Si ritornerà in aula il 13 novembre con l’arringa dell’avvocato Rossella Sclavi, che difende Cojocaru, seguirà l’udienza del 20 novembre, il 27 l’arringa dell’avvocato Carlo Taormina, legale di Ezio Gatti. L’11 dicembre è prevista l’udienza con le eventuali repliche dell’accusa e l’udienza finale con la riunione della Camera di consiglio.