"Immigrazione? In Valle viviamo la pressione leghista sulla gente"

Incontro promosso dal Pd: il fenomeno se ben gestito dà sviluppo di CAMILLA MARTINA

I promotori della serata sull’immigrazione

I promotori della serata sull’immigrazione

Sondrio, 21 maggio 2015 - Immigrazione, tema caldo troppo spesso trattato in maniera imprecisa e sull’onda dell’emotività. Per fare chiarezza servono dati scientifici. Come quelli riportati da Gianpiero Dalla Zuanna, senatore Pd e professore di demografia all’Università di Padova, nell’incontro organizzato dal Pd. Ad introdurlo, Federico Gusmeroli , Gloria Moiraghi, rispettivamente coordinatori di Morbegno e Tirano e Giovanni Curti, nuovo segretario provinciale. Quest’ultimo entra nel vivo della questione.

«Parlare di immigrazione a Sondrio non è facile: pur non avendo forti numeri, viviamo la pressione leghista che fa leva sulla pancia della gente. Si tratta di un fenomeno che non si può fermare, ma che, se ben gestito, può essere fonte di sviluppo». «Non vogliamo opporre al becero leghismo una mera accoglienza, ma mettere in campo un confronto scientifico che consenta di acquisire informazioni importanti», aggiunge il senatore Mauro Del Barba, passando la parola all’ospite che riporta alcuni dati. A fine 2014, «il saldo della presenza degli stranieri in Italia, per gli italiani, è positivo di oltre 3 miliardi, dati dalla differenza tra le uscite (13,5 miliardi) e le entrate fiscali (16,6 miliardi)», spiega. L’8,8% del pil nazionale deriva da stranieri, quanto alle denunce, mano a mano che il processo di integrazione va avanti, diminuiscono. Segnali incoraggianti cui si aggiungono considerazioni pragmatiche.

I vecchi sono in inesorabile aumento ed è in atto un ricambio del mercato del lavoro che segna uno squilibrio qualitativo: pochi posti qualificati a fronte di un numero maggiore di laureati (che emigrano), molti posti di bassa qualifica a fronte di un numero irrisorio di giovani italiani disposti a farli. Sbilanciamenti che solo gli stranieri, giovani e disposti a lavori meno gratificanti, possono riequilibrare. «Per riuscire a reggere un invecchiamento inevitabile, abbiamo bisogno di non avere un decremento del numero di lavoratori», aggiunge.

Altro mito da sfatare: arrivano i peggiori. «È provato che chi emigra è mediamente più sano, intraprendente e propenso all’assimilazione». L’Italia, ancora sprovvista di un modello, potrebbe guardare a quello spagnolo: consegna di un visto per ricerca di lavoro e, una volta trovato, permesso di soggiorno. Una chance che incentiverebbe a imparare la lingua e a darsi da fare, anche nel periodo d’attesa del responso sullo status. «Al momento - conclude - è difficile intervenire a livello legislativo. Ma possiamo agire sulla cittadinanza. Se la legge, già approvata alla Camera, concluderà il suo iter, potranno ottenerla i bimbi stranieri nati in Italia da almeno un genitore con permesso Ue di lungo periodo».