Valmasino, dopo la frana resta la paura: "Situazione critica, aiutateci"

Il sindaco: "Uno dei massi si è fermato a trenta metri dalle scuole. Stiamo preparando una relazione da inviare al Ministero e un’interpellanza per richiedere lo stato di calamità" di ALESSIA BERGAMINI

I massi hanno sfondato anche una casa disabitata (National Press)

I massi hanno sfondato anche una casa disabitata (National Press)

Valmasino, 17 gennaio 2015 - A due giorni dalla frana che si abbattuta su Cataeggio la situazione è ancora instabile e non smette di suscitare preoccupazione.  A Valmasino si attende il sopralluogo dei geologi della Regione per compredere quali saranno gli interventi da attuare per ripristinare le condizioni di sicurezza, letteralmente frantumate dalla pioggia di blocchi di granito caduta nella notte fra giovedì e venerdì. «Al momento la situazione è critica» conferma il sindaco Domenico Iobizzi, che sin dalle primissime ore successive alla frana, caduta attorno alla 1.30 di venerdì, sta seguendo l’evolversi dell’emergenza. «Uno dei massi più grossi, e si parla di blocchi di circa 100 metri cubi, si è fermato a trenta metri dalle scuole. Cosa sarebbe successo se ci fossero stati i bambini si può solo immaginare. Un altro ha danneggiato gravemente la casa colpita».

Val Masino, tragedia sfiorata per la frana caduta (National Press)

I geologi della Regione dovrebbero arrivare in paese domani mattina, mentre ieri sono saliti gli esperti del Genio civile. «Anche questi ultimi hanno valutato la situazione e hanno preso atto della pericolosità» continua Iobizzi, che poi spiega di aver ordinato, in via precauzionale, la chiusura di parte dell’area interessata dallo smottamento. «Inoltre, stiamo preparando una relazione da inviare al Ministero e un’interpellanza per richiedere lo stato di calamità. Avevamo già fatto richiesta di aiuti, ma ci era stato comunicato che gli stanziamenti per Valmasimo sarebbero stati previsti nel triennio 2017/2020. Quanto accaduto in questi giorni, però, cambia le cose ed evidenzia come un intervento da Roma sia necessario e urgente».

Il sindaco, infine, non manca di rimarcare come il comune da lui amministrato sia «il sesto comune della Lombardia e uno dei più grandi d’Italia per il territorio» eppure riceva ben pochi fondi dalla Stato per far fronte a emergenze e criticità. «Nonostante ci siano ettari di terreni privati, tutti i costi per far fronte alle frane gravano sulle casse comunali. La situazione è sempre più critica, abbiamo strade interrotte per le frane, appena piove la valle diventa non transitabile, siamo tagliati fuori dal punto di vista sanitario... Con l’interpellanza che stiamo preparando intendiamo sollevare una questione istituzionale, perché paghiamo sempre tantissimo e riceviamo troppo poco».