"Aggredito e minacciato dai colleghi. Ho paura di essere ucciso"

Lo hanno picchiato e ricattato. Secondo il suo racconto. Arrestati dai carabinieri i due fratelli sono stati rimessi in libertà dopo una manciata di giorni di ALESSIA BERGAMINI

Il pizzaiolo aggredito

Il pizzaiolo aggredito

Dubino (Sondrio), 5 febbraio 2016 - Lo hanno picchiatominacciato e ricattato. Secondo il suo racconto. Arrestati dai carabinieri, i fratelli Ibrahim Mohamed Samir, 22 anni, e Ibrahim Abdelfattah Samir, 24 anni, sono stati rimessi in libertà dopo una manciata di giorni, in quanto il giudice non ha creduto alla versione del denunciante. E adesso Reda Abdel Moneim Mansour Badran, 44 anni, egiziano residente a Dubino, vittima della violenza dei due uomini, teme per sé e per la propria famiglia. «Ho paura perché quei due sanno bene chi sono, conoscono mia moglie e i miei figli. Abitano a nemmeno cinquanta metri dalla casa in cui vivo con la mia famiglia... – racconta -. Ma non solo: quando mi hanno aggredito mi hanno fatto firmare delle cambiali egiziane in bianco e adesso le hanno loro. Se le portano in Egitto, non potrò più tornare nel mio Paese, perché verrei arrestato, in quanto lì è un reato firmare cambiali se non si ha il denaro per pagare».

La Pizzeria Egitto in Bassa Valle

Dopo  una notte drammatica, nel corso della quale è stato picchiato e minacciato di morte, per Reda l’incubo continua. «Non capisco perché siano già liberi: mi hanno massacrato al punto che non posso lavorare e, per questo, sto perdendo clienti, mentre loro sono già in pizzeria a lavorare» continua l’uomo, che porta ancora sul volto e sul corpo i segni delle botte ricevute, mentre mostra i referti del Pronto soccorso di Sondrio. Tutto ha avuto inizio nella serata di venerdì scorso quando i due aggressori - che da Reda hanno acquistato una pizzeria da asporto a Novate Mezzola - gli hanno chiesto un incontro.

«Mi hanno chiesto di aiutarli a fare l’impasto per la pizza, poi però, minacciandomi con una pistola, mi hanno portato in una zona isolata, vicino all’Adda – racconta -. Lì c’erano altre persone con la faccia nascosta, mi hanno spogliato e picchiato per obbligarmi a telefonare in Egitto e fare in modo che mio fratello restituisse alla madre dei due le cambiali che questi avevano firmato in mio favore per l’acquisto della pizzeria. Quindi ne hanno fatte firmare alcune a me e hanno anche voluto che vi mettessi la mia impronta digitale. Soddisfatti se ne sono andati, lasciandomi lì a terra, ferito e senza vestiti. Forse credevano che fossi morto».

Una volta riavutosi, Reda, non senza difficoltà, ha raggiunto la caserma dei carabinieri di Delebio, dove è stato assistito e dove ha potuto sporgere denuncia. Accompagnato in ambulanza al Pronto soccorso dell’ospedale di Sondrio, è stato visitato e sottoposto alle cure del caso, mentre i medici hanno stabilito per lui una prognosi di 15 giorni. «Sono tornato a casa nella mattinata di sabato, mia moglie era preoccupatissima. E ora lo sono io: quei due hanno minacciato di uccidere i miei figli e adesso sono liberi, a pochi metri dai miei bambini».