SUSANNA ZAMBON
Cronaca

Visite "vietate" al medico dei detenuti. E in carcere scoppia il caso

Dissidi e rapporti tesi tra il direttore del carcere di Sondrio e il medico responsabile del servizio all’interno della Casa circondariale, e i detenuti rimangono senza medico

Il carcere di Sondrio (nat.P.)

Il carcere di Sondrio (nat.P.)

Sondrio, 24 settembre 2016 - Dissidi  e rapporti tesi tra il direttore del carcere di Sondrio e il medico responsabile del servizio all’interno della Casa circondariale, e i detenuti rimangono senza medico. Ha dell’assurdo quello che sta accadendo in questi mesi all’interno della struttura di via Caimi e che ieri mattina è sfociato nell’episodio più grave: visto l’ordine di servizio del direttore Stefania Mussio, il dottor Alì El Hazaymeh non è potuto entrare in carcere per svolgere il suo normale turno di visite.

«L’ultima di una serie di vessazioni, nate da dissidi tra me e la direttrice iniziati a maggio, ma adesso non ne posso più - racconta il medico, mentre Stefania Mussio, da noi contattata, non ha voluto per il momento replicare e fornire la sua versione dei fatti -. Tutto è iniziato appunto a maggio, quando una circolare del Ministero dell’Interno ha vietato a noi medici responsabili del servizio sanitario nelle strutture carcerarie di rilasciare certificati di idoneità lavorativa per i detenuti, che devono essere redatti esclusivamente da medici competenti. Io quindi mi sono rifiutato di farli, nonostante lei insistesse. Da lì sono iniziati gli screzi, ha tentato in tutti i modi di isolarmi».

La situazione è degenerata a inizio agosto, quando la direttrice ha sospeso il dottore El Hazaymeh dall’incarico di coordinatore («atto illegittimo - afferma l’avvocato a cui il medico si è rivolto - perché privo di motivazione adeguata, non potendosi ritenere tale la mera formula di stile relativa al deterioramento del rapporto istituzionale evidenziato dalle relazioni della direttrice, in assenza di constatazione di fatti specifici, di preventiva instaurazione di un procedimento disciplinare o in contraddittorio e di riferimenti normativi giustificanti la sospensione cautelare») nominando vice coordinatore un medico esercente funzioni di guardia medica («ma questa possibilità è prevista solo in caso di strutture che ospitano oltre 200 detenuti, a Sondrio ce ne sono 38», rileva il legale).

«L’Asst, di cui sono dipendente - prosegue il dottor Alì El Hazaymeh - per non andare contro la direzione carceraria mi ha modificato l’orario di lavoro, così che io sia di turno nei giorni in cui la direttrice non è presente. Ma questa mattina (ieri per chi legge, ndr.) nonostante lei non ci fosse e dovessi svolgere il mio turno come da accordi, non sono potuto entrare». Una situazione che si ripercuote sui detenuti. «Basti pensare - conclude - che ha respinto due mie richieste di custodia alternativa per altrettanti detenuti le cui condizioni di salute non sono compatibili con il carcere. Uno di loro, ad esempio, ha avuto ben due arresti cardiaci, ma è ancora in cella. E qualche tempo fa si è atteso due giorni per visitare in ospedale un detenuto che era stato picchiato con calci allo stomaco».