Giovani e alcol, in Valtellina è allarme

Gli esperti: "I ragazzi vanno educati anche in famiglia"

La piaga dell’abuso di alcolici tra i ragazzi

La piaga dell’abuso di alcolici tra i ragazzi

Sondrio, 31 agosto 2016 - Due episodi nel fine settimana appena trascorso, uno ancora più grave meno di due mesi fa, con una ragazzina scampata davvero per miracolo al coma etilico. La piaga dell’uso e dell’abuso di alcolici tra i ragazzi, soprattutto giovanissimi, è sempre più allarmante in provincia di Sondrio. Sabato notte, anzi ormai domenica all’alba perché erano già le 4 del mattino, una ragazza di 15 anni è stata portata in ambulanza all’ospedale di Chiavenna dopo essere stata soccorsa sul lido di Novate Mezzola; la stessa sera anche un 17enne è stato soccorso dal 118, ma a Sondrio, in via Nazario Sauro.

E ogni week-end si registrano episodi di questo tipo, ancora di più nel periodo estivo. A inizio luglio l’episodio più grave di questa estate: una ragazzina, anche in questo caso di soli 15 anni, si è sentita male nel capoluogo valtellinese, in via Gorizia, era ad un passo dal coma etilico. Ad un certo punto della nottata i ragazzi che erano con lei l’avevano vista stare male al punto da perdere conoscenza e così avevano chiamato i soccorsi. L’ambulanza era giunta sul posto e lì il personale paramedico si era reso conto che la giovane non reagiva. Immediato il ricovero in ospedale, in codice rosso. Statisticamente, in Valtellina sono spesso le ragazze a finire in Pronto soccorso con diagnosi di intossicazione etilica, e sono sempre più giovani, spesso appena 14enni o 15enni.

«Non entro nel merito del caso singolo, che non conosco - afferma lo psicologo e psicoterapeuta Giuliano Balgera - ma posso dire che, in generale, l’adolescenza è senza dubbio un periodo della vita in cui si assumono comportamenti rischiosi. E’ proprio insito nella mente giovanile il sentirsi invulnerabili e prendere, quindi, dei rischi a volte eccessivi. Si tratta quindi di una situazione difficile da affrontare. Innanzitutto i genitori dovrebbero chiedersi quali esempi stanno dando ai loro figli. Bisogna riuscire ad educare, a volte anche con l’imposizione, affinchè i ragazzi utilizzino questa voglia di rischiare in altre attività, spostino l’adrenalina ad esempio in sport che non siano però estremi, si mettano in gioco facendo cose meno devastanti che assumere droghe e alcol. Importante - conclude il medico - è offrire delle alternative dove possano esercitare questo impulso innato. Il secondo aspetto fondamentale riguarda le pressioni che ricevono dai loro «pari»: occorre insegnare ai giovani a non subire dette pressioni, a non sentirsi obbligati ad imitare comportamenti pericolosi».