Regione Lombardia, l'assessore Massimo Garavaglia rinviato a giudizio

E' accusato di turbativa d'asta in relazione ad una gara per l'affidamento del servizio di trasporto di malati dializzati

Massimo Garavaglia

Massimo Garavaglia

Milano, 19 ottobre 2016 - Dopo Mantovani, Garavaglia. L’assessore regionale all’Economia Massimo Garavaglia, leghista, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di turbativa d’asta. La gara riguardava l’affidamento del servizio di trasporto di malati dializzati, vicenda che un anno fa portò anche all’arresto per corruzione, concussione e turbativa d’asta di Mario Mantovani, all’epoca vice presidente della Lombardia.

Il gup Gennaro Mastrangelo ha mandato a giudizio insieme all’assessore lumbard anche altre dodici persone e ha ratificato il patteggiamento a tre anni per l’ex ingegnere del Provveditorato opere pubbliche per Lombardia e Liguria Angelo Bianchi, che venne pure lui arrestato - nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Polizzi - assieme a Mantovani e al collaboratore di quest’ultimo Giacomo Di Capua, che invece è stato mandato a processo. La prima udienza per Garavaglia e gli altri 12 imputati è fissata per il 5 dicembre davanti alla quarta sezione del tribunale.

Mantovani, nel frattempo, è già a processo, perché nei mesi scorsi ha ottenuto di essere giudicato con rito immediato, saltando la fase dell’udienza preliminare. L’assessore Garavaglia, accusato di turbativa d’asta, stando all’imputazione avrebbe agito assieme a Mantovani per turbare una gara del valore di 11 milioni di euro «per l’affidamento del servizio di trasporto di soggetti nefropatici sottoposti al trattamento dialitico» a favore della Croce Azzurra Ticinia Onlus di Giovanni Tomasini, anche lui rinviato a giudizio ieri, così come l’ex direttore della Asl Milano1 Giorgio Scivoletto.

Agli atti un sms tra Mantovani e Garavaglia del marzo 2014, nel quale il secondo segnalava al primo il «problema bando dializzati e croce azzurra». Nei mesi scorsi l’assessore Garavaglia, difeso dall’avvocato Jacopo Pensa, aveva chiesto di essere sentito a verbale dal pm in fase di indagini e si era difeso dall’accusa. Tra le persone mandate a processo ci sono anche gli architetti Gianluca Parotti e Gianluca Peluffo, progettista di fama internazionale, alcuni amministratori delle società dell’ex numero due del Pirellone e il suo contabile Antonio Pisano.

Bianchi, che ieri ha patteggiato, lo scorso maggio era stato sentito con la formula dell’incidente probatorio e aveva riferito di essere stato aiutato, a suo dire, da Mantovani per essere reintegrato nel suo incarico (i verbali sono utilizzabili nel processo che si aprirà a dicembre). L’ex ingegnere del provveditorato, infatti, era stato sospeso dall’incarico di Responsabile unico del procedimento dopo essere stato rinviato a giudizio dal tribunale di Sondrio per una vicenda di appalti truccati in Valtellina.