Omicidio Garlasco, pg: "Due bici nere da donna regalate agli Stasi"

Il processo si tiene a porte chiuse perché in abbreviato. In Tribunale erano presenti Alberto Stasi e genitori di Chiara Poggi, l'ex fidanzata dell'imputato uccisa il 13 agosto 2007

Alberto Stasi

Alberto Stasi

Nuove richieste istruttorie sono state avanzate dall'accusa e dal legale di parte civile. Da quanto è trapelato, l'udienza si tiene a porte chiuse in quanto il procedimento è in abbreviato, i legali della famiglia Poggi, l'avvocato Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, avrebbero chiesto di sentire alcune persone a conferma della loro memoria depositata qualche mese fa e nella quale si ipotizza l'inversione dei pedali sulle due bici sequestrate agli Stasi e cioè quella nera da donna acquisita di recente e quella bordeaux da uomo a cui gli inquirenti avevano messo i sigilli una settimana dopo il delitto. Inoltre, il sostituto procuratore generale Laura Barbaini ha illustrato moltissime richieste istruttorie.

Oggi è spuntata anche nuova documentazione contabile che attesta che due biciclette nere da donna, di cui una dello stesso modello sequestrata lo scorso aprile, furono regalate a titolo promozionale al padre di Alberto Stasi. Sembra che  nei mesi scorsi, il pg Laura Barbaini abbia raccolto documentazione contabile che attesta che un fornitore dell'autoricambi del papa' di Alberto ha regalato due biciclette da donna: una nel 2004 e che risulta essere del modello corrispondente a quella sequestrata e l'altra nel 2005 di modello diverso ma pur sempre "nera o nera e grigia da donna" e con il sellino dotato di molle. Su queste due bici il pg, oltre a chiedere l'acquisizione della documentazione contabile, ha intenzione anche di convocare alcuni testimoni per avere chiarimenti.

Il pg ha inoltre chiesto di acquisire agli atti del processo la documentazione relativa alla carta di credito con cui l'ex studente bocconiano prima dell'omicidio avrebbe acquistato un paio di scarpe che non risulterebbero tra quelle prelevate dai carabinieri. E infine di sentire come testimoni i carabinieri della stazione di Garlasco dai quali Alberto, dopo aver scoperto il cadavere di Chiara, si reco' per dare l'allarme e i quali notarono sul suo avambraccio due segni che al momento fecero pensare a una colluttazione ma che il ragazzo liquido' come graffi provocati dal suo cane. Il rappresentante dell'accusa, da quanto si è saputo, punta a mettere in luce come mai queste foto non furono mai sottoposte all'attenzione della Procura di Vigevano, il motivo per cui quei segni non furono oggetto di un approfondimento medico legale e perche Alberto non fu mai sentito a verbale dall'allora maresciallo Francesco Marchetto. Marchetto e' ora sotto procedimento a Pavia per falsa testimonianza ed e' stato condannato in secondo grado per sfruttamento della prostituzione e calunnia nei confronti di un suo superiore.

La difesa di Alberto, rappresentata dal professor Angelo Giarda e dall'avvocato Giuseppe Colli, si è opposta alle istanze ma deve concludere il suo intervento alla prossima udienza fissata per il 27 ottobre. Per quel giorno la prima Corte d'Assise d'Appello si dovrebbe esprimere sulle richieste.