Picchiò la sorella disabile: "aguzzina" condannata

Valle Salimbene, sconterà 8 mesi di reclusione per tre anni di angherie

Il tribunale in cui la donna è stata giudicata (Torres)

Il tribunale in cui la donna è stata giudicata (Torres)

Valle Salimbene, 4 maggio 2016 - Tre anni di angherie tra le mura domestiche. Le percosse e i dispetti, da parte di una donna verso la sua sorella disabile. P.P., 65enne residente a Valle Salimbene, è stata condannata a otto mesi di reclusione per lesioni personali nei confronti della congiunta. Gli episodi si sono susseguiti «con cadenza quasi giornaliera», come si legge nel capo d’imputazione, dal 2009 al 2011. La 68enne A.P., invalida dalla nascita per disabilità mentale, era sempre stata accudita dai genitori, fino alla loro morte. La premura della famiglia aveva fatto sì che la donna non dovesse frequentare strutture specializzate. Trascorreva molto tempo con le suore a Valle Salimbene, dove praticava il cucito e si dedicava al giardinaggio.

Una volta deceduti il padre e la madre, A.P è stata affidata alla sorella minore, che lavorava in un’impresa di pulizie a Pavia e con la quale condivideva una casa di proprietà a Valle Salimbene. La sorella P.P però, nel 2009 era stata coinvolta in un grave incidente stradale mentre si trovava in scooter a Cigognola, tanto che era stata ricoverata in prognosi riservata. In seguito a quell’episodio, aveva smesso di lavorare. I rapporti con la sorella disabile si erano fatti sempre più tesi, la convivenza tra le due aveva portato a episodi di violenza fisica e psicologica. Nell’ottobre 2010 per esempio, A.P fu visitata e medicata perché presentava il naso «tumefatto, gonfio, edematoso, con escoriazioni sulla punta», come da referto. Gli effetti delle botte della sorella 65enne. Più volte la donna disabile era stata notata con ecchimosi e tumefazioni sul volto, in particolare nella zona degli occhi.

Un episodio si è verificato anche per strada, in mezzo alla gente. Durante una passeggiata in via Cairoli a Valle, l’imputata ha percosso la sorella con un ombrello fino a farla piangere. Alla donna è stato contestato anche di aver chiuso a chiave in casa da sola la parente disabile, di averle anche sottratto l’apparecchio acustico impedendole quindi di sentire voci e rumori, facendola sprofondare nel disagio. In paese, la vicenda non era passata inosservata, così come erano stati visti i lividi sul volto della 68enne. I residenti e il Comune infatti si erano accorti della difficile situazione famigliare delle due donne, l’amministrazione era intervenuta, seguendo il caso attraverso i Servizi sociali.