Pendolari, la linea ferroviaria Mortara-Casale resta una chimera

L’appello dei primi cittadini della zona pare essere caduto nel vuoto

Pendolari in stazione a Mortara

Pendolari in stazione a Mortara

Candia Lomellina (Pavia), 17 dicembre 2016 - Le speranze di vedere riattivata la linea ferroviaria Mortara-Casale Monferrato, nonostante le reiterate richieste dei sindaci dell’area a cavallo delle due regioni, è davvero ridotta al lumicino. Sia la Regione Lombardia che la Regione Piemonte non avrebbero fornito risposte positive ai primi cittadini che rivendicano l’importanza di quella tratta per la zona estrema della Lomellina. Quell’area infatti gravita naturalmente verso Casale sia per il lavoro che per lo studio e avere un collegamento costante col treno viene considerata una soluzione ottimale.

Tutto anche alla luce dei lavori, importanti, ai quali la tratta è stata sottoposta appena sei anni fa, con il rifacimento della massicciata, la sostituzione delle traversine e la posa di binari più larghi in grado di reggere anche il traffico merci. Interventi che lasciavano presagire la volontà di potenziare la linea, 73 chilometri e mezzo, attiva dal 1840 che nell’area lomellina interessa le stazioni di Mortara, Castel d’Agogna, Zeme, Cozzo e Candia. E proprio il primo cittadino di quest’ultimo centro, Stefano Tonetti, è uno dei più strenui sostenitori della riapertura. "Ma gli spiragli si sono ridotti moltissimo – dice – anche perché il disinteresse a questa vicenda è emerso in modo chiaro". Per il primo cittadino di Candia a pesare è anche l’orientamento che Casale avrebbe manifestato in ordine alla riapertura della linea per Vercelli, una decisione che affosserebbe del tutto la Mortara-Casale. "Se si dovesse verificare – aggiunte Tonetti – proseguire questa battaglia non avrebbe più senso».

Tutto si gioca perciò su equilibri sottilissimi, ma intanto c’è un aspetto molto più concreto: gli sprechi. La posa dei nuovi binari nella galleria di Ozzano Monferrato l’ha di fatto resa inservibile e per sistemarla servirebbero cinque milioni di euro. Cifra che il Piemonte non ha mai nemmeno pensato di mettere sul tavolo. Così facendo però è andato in fumo anche il milione di euro speso nel 2010 per ammodernare la tratta finita poi nell’elenco delle 13 linee che la Regione Piemonte ha deciso di chiudere. Anni di mancato utilizzo provocheranno un totale deterioramento del materiale. Per i pendolari resteranno i bus.