Arrivano 16 migranti a Vigevano, il sindaco protesta: "Siamo contrari, no all'ondata"

Vigevano, ospitati in un edificio privato: ira di sindaco e vicesindaco

Un ospite davanti alla palazzina di via della Pace a Vigevano

Un ospite davanti alla palazzina di via della Pace a Vigevano

Pavia, 27 ottobre 2016 - Sedici richiedenti asilo sono arrivati in città nella notte ed altri quattro sono attesi nelle prossime ore. Saranno ospitati in un edificio di via della Pace, di proprietà di un privato, che sarà gestito dalla cooperativa Milano solidale. Il sindaco Andrea Sala non l’ha presa bene: «La Prefettura ha agito senza informarci pur sapendo della nostra estrema contrarietà – ha commentato – probabilmente per evitare lo scontro frontale con il Comune. Intendo utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per contrastare questa situazione. Occore organizzarci per manifestare il nostro dissenso – aggiunge poi – per evitare che queste persone siano solo gli apripista di una massiccia ondata. E chiederò la convocazione di un Consiglio comunale urgente per liberare i provvedimenti conseguenti».

Lo scorso agosto una mozione della Lega aveva impegnato l’esecutivo a non impiantare tendopoli, ad assumere iniziative per non ricorrere alla requisizione delle abitazioni e a vietare la dimora in città agli immigrati che rifiutino di essere identificati e a quelli sprovvisti di certificato sanitario. Che non è il caso dei richiedenti asilo, tutti uomini, originari del Gambia, della Costa d’Avorio e della Guinea che sono stati regolarmente identificati dalla polizia. A gestire il loro soggiorno vigevanese sarà la cooperativa Milano solidale.  «Quando si dice che l’arrivo è avvenuto in segreto si dice un’inesattezza – precisa un lavoratore che si occupa della struttura vigevanese – perché è chiaro che se siamo qui a occuparci di persone che hanno bisogno di assistenza è perché abbiamo vinto un regolare appalto con la Prefettura. I migranti saranno ospitati in questa palazzina messa a disposizione da un privato, seguiranno corsi e avvieranno il loro percorso di integrazione. Tutti sono arrivati da qualche giorno in Italia: ormai il flusso è così intenso che le Prefetture pianificano in anticipo le destinazioni ed è chiaro che davanti a una situazione di emergenza nessuno può chiamarsi fuori. Aggiungo – conclude – che queste persone dovrebbero essere considerate una risorsa e non un peso e creare un’ombra di paura non ha alcun senso».