Carbonizzata in auto a Montù Beccaria: l'autopsia non chiarisce i dubbi

Maria Grazia Scarfo, 50enne di Vellezzo Bellini. Sarebbe morta per l'asfissia del fumo e sul suo corpo non si riscontrano fratture. Ma non è ancora del tutto scartata l'ipotesi dell'omicidio FOTO - I rilievi delle forze dell'ordine

Rilievi sull'auto carbonizzata (Torres)

Rilievi sull'auto carbonizzata (Torres)

Montù Beccaria. 29 ottobre 2014 - Quando è stata avvolta dalle fiamme era ancora viva, seduta al posto di guida della sua auto. Ma cosciente? L’atroce dubbio sul giallo di Montù Beccaria, dove una donna è stata ritrovata carbonizzata nell’abitacolo di una Toyota Yaris distrutta dalle fiamme, potrebbe essere questo. L’auto, intestata a Maria Grazia Scarfo, 50 anni, di Vellezzo Bellini, nel Pavese, sposata con un dirigente d’azienda e con un figlio adottivo di 9 anni, è diventata una bara con tanti misteri che l’autopsia eseguita ieri all’istituto di Medicina legale di Pavia, solo in parte ha chiarito. La morte sarebbe stata provocata dal fumo e sui miseri resti non sarebbero stati riscontrati segni di fratture o riconducibili a traumi violenti.

Non c'è ancora l’ufficialità che si tratti proprio di Maria Grazia Scarfo, ma sono tanti gli elementi che confermerebbero l’identità della vittima. La Scarfo pare soffrisse di una forma depressiva ed era in cura. Forse in un diario personale, all’esame dei carabinieri, ci potrebbero essere riscontri che avvalorerebbero l’ipotesi del suicidio. La donna avrebbe lasciato Vellezzo verso le 14, diretta in Oltrepò. Conosceva la zona perché, proprio a Montù Beccaria, veniva spesso con la famiglia a pranzo. L’ultimo viaggio verso una morte premeditata? La stradina di lato al cimitero, dove è stata ritrovata l’auto distrutta dalle fiamme, non è visibile dalla strada principale. Le telecamere in centro paese non l’hanno inquadrata; quelle vicino al cimitero, invece, pare fossero fuori uso. Probabile che la donna abbia raggiunto la zona passando attraverso la provinciale che sale direttamente da Stradella. Quando (erano ormai le 17) le fiamme erano altissime, con un denso fumo nerastro, è scattato l’allarme, prima ai vigili del fuoco e poi ai carabinieri. Troppo tardi per tentare di salvarla. Le indagini dei carabinieri sono andate avanti, senza tregua, anche ieri. Vicino all’auto, almeno all’esterno, non sono state trovate taniche di benzina, ma non si esclude fossero all’interno dell’abitacolo, bruciate con tutto il resto. Sotto all’auto, ridotta a un ammasso di rottami, c’erano grossi rami d’albero, ma l’ipotesi di un incidente è stata subito scartata. Dopo l’allontanamento della donna, pare che il marito si sia messo alla sua ricerca, temendo subito il peggio. In un primo momento si era pensato a un terribile omicidio. Una pista che non è stata ancora scartata del tutto.