L'alpino ferito in Afghanistan in vetta al Monte Rosa: è realtà il sogno di Luca Barisonzi

Ieri mattina Luca Barisonzi, il 24enne alpino di Gravellona Lomellina rimasto ferito in Afghanistan nel 2011, ha raggiunto il rifugio Capanna Regina Margherita (4.554 metri) sulla cima Punta Gnifetti del Monte Rosa di Stefano Zanette

Luca Barisonzi sul Monte Bianco

Luca Barisonzi sul Monte Bianco

Gravellona Lomellina (Pavia), 18 agosto 2014 - Missione compiuta. Ieri mattina Luca Barisonzi, il 24enne alpino di Gravellona Lomellina rimasto ferito in Afghanistan nel 2011, ha raggiunto il rifugio Capanna Regina Margherita (4.554 metri) sulla cima Punta Gnifetti del Monte Rosa. «È stato immenso» il commento a caldo di Luca Colli, personal trainer e alpinista estremo di Vigevano, che per mesi ha preparato la salita. ‘Toccando il cielo’, com’è stata chiamata l’impresa, era inizialmente stata programmata per lo scorso 27 luglio, poi rinviata a causa del maltempo. L’attesa si è protratta per 3 settimane, ma Luca Barisonzi ha mantenuto l’impegno che era stato solo rinviato, senza mai ipotizzare la rinuncia. Un’impresa senza precedenti, la prima volta che una persona tetraplegica si spinge così in alto, fino a toccare il cielo, al rifugio più alto d’Europa.

L'alpino, che già aveva sbalordito i medici per forza e determinazione, in lunghi mesi di riabilitazione ha recuperato la posizione seduta e l’uso parziale di una mano. Ma con l’amico Luca Colli ha deciso di affrontare una sfida estrema, cancellando non solo sulle t-shirt appositamente realizzate, le prime due lettere dalla parola im-possibile. «Una grande emozione — commenta Barisonzi — era una sfida a cui tenevo molto, per me è un grande risultato essere riuscito a portarla a termine con successo». «Il programma iniziale — spiega Luca Colli — è stato un po’ modificato, per motivi tecnici e climatici. Dal punto dove l’elicottero avrebbe dovuto portare Luca e la speciale sedia cingolata (Action Track Chair, appositamente fatta arrivare dagli Usa), il percorso era diventato troppo colpesso per la presenza di neve troppo fresca per consentire al cingolato di fare presa in sicurezza. Così l’elicottero lo ha portato un poco più in alto, riducendo anche il tempo di percorrenza del tragitto compiuto da Luca, dalle inizialmentre previste 2 ore abbondanti a un’ora scarsa. Anche perché c’erano 15 gradi sotto zero e, nonostante l’attrezzatura d’alta quota, si volevano evitare difficoltà di respirazione». Ma alla fine tutto è andato bene e alle 10 circa di ieri mattina l’impresa era completata.

«Ci sono stati passaggi davvero impegnativi — commenta Colli — e Luca è stato straordinario. Io stesso, che pure sono abituato alla montagna e a situazioni estreme, avrei avuto paura a fare quello che ha fatto lui, con estremo coraggio». Luca Barisonzi poi è rientrato con l’elicottero ad Alagna Valsesia, dove verso le 15 sono arrivati anche gli altri componenti della spedizione. Oggi sono in programma incontri istituzionali ai piedi del Monte Rosa e il rientro in Lomellina è fissato per domani.

stefano.zanette@ilgiorno.net