Vimercate, il sindaco: "Poco personale al pronto soccorso, c'è rischio di errori"

Il primo cittadino Ezio Colombo ha scritto all'assessore regionale Giulio Gallera affinché "faccia le assunzioni promesse". Ma Gallera risponde: "Non ci sono i soldi"

Il pronto soccorso di Vimercate

Il pronto soccorso di Vimercate

Agrate Brianza, 21 novembre 2017- Poco personale, troppi pazienti. Il rischio è che ci siano "tanti errori nelle diagnosi e negli interventi", senza contare le code che fanno saltare i nervi ai codici gialli e verdi. "Ai rossi no, perché hanno la precedenza assoluta». Ezio Colombo, sindaco di Agrate, ha scritto una lettera a Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, "perché metta fine all’emergenza e faccia le assunzioni promesse". Il caso del pronto soccorso di Vimercate rimbalza così al Pirellone. I dati sull’afflusso sono pesanti: 203 accessi al giorno, di diversa gravità, ai quali fa fronte un manipolo di medici e infermieri che il primo cittadino giudica "insufficiente".

"Lo stress da super lavoro può giocare brutti scherzi", sottolinea. La crisi si trascina da agosto. "La Regione aveva promesso nuove risorse e, invece, continuo a registrare lamentele. I disagi dei malati sono fondati". "Purtroppo, non è cambiato nulla. Mi sono rivolto all’assessore con spirito collaborativo. Spero intervenga al più presto", auspica Colombo. La missiva segue un ordine del giorno in materia, approvato in Consiglio comunale tre mesi fa. «È un problema di organizzazione, ma non solo. Anche di civiltà. Si aspettano ore, prima di essere visitati e poi dimessi o ricoverati». Il sindaco ha informato della propria iniziativa anche altre autorità, l’Ats e il distretto sanitario, ma non i vertici dell’ospedale: il direttore generale Pasquale Pellino non ha ricevuto la lettera.

"Perché non c’entra", chiarisce Colombo, convinto che l’interlocutore giusto per un problema così delicato sia Palazzo Lombardia. E il peggio non è ancora arrivato. Con l’inverno alle porte, l’Azienda ha messo in conto che potrebbero verificarsi ondate extra di influenzati. Gli stessi che l’anno scorso fecero scattare un piano straordinario per far fronte alla domanda incalzante di cure. La fiumana con picchi in grado di mandare in tilt anche le statistiche, era stata incessante. Medici e infermieri a riposo erano stati richiamati in servizio per accorciare l’attesa di chi aspettava il proprio turno nella grande sala con display, dove gli addetti del triage assegnano il codice-colore.

Una prova di abnegazione che il primo cittadino non vorrebbe diventasse "la norma". Sono in molti, ad esempio dal Lecchese, a percorrere un pezzo di strada in più, pur di farsi visitare sul Molgora. Senza contare che, vicino ai letti di degenza per i casi più gravi, Vimercate vanta un ambulatorio per codici bianchi (dove si paga il ticket) per problemi minori, aperto dalle 13 alle 21. Una comodità che spinge un piccolo esercito giornaliero a non combattere con gli orari dei medici di famiglia e ad arrivare direttamente qui.

"Non ci sono soldi. Quindi, niente assunzioni. Anche perché le leggi ci vietano di investire risorse nostre su questa partita", è la replica di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, destinatario della lettera di Ezio Colombo sull’emergenza al pronto soccorso a Vimercate, sgombera subito il campo da equivoci. "Abbiamo appena tagliato 30 milioni. Mentirei, se dicessi che in Brianza sono in arrivo medici e infermieri. Non sarebbe possibile neanche volendo. La situazione è difficilissima. Il costo del personale nel 2020 dovrà essere lo stesso del 2004, tagliato dell’1,5 %. Ce lo impone il governo e noi non possiamo, certo, disattende le norme. Quindi dovremo fare sacrifici".