Seregno, scandalo Pgt: in aula parla il sindaco Mazza

"Sull'ex cotonificio non sapevo che il progetto fosse del figlio dell'allora assessore Gavazzi. Quando la notizia è uscita, gli abbiamo cambiato incarico"

Il sindaco Edoardo Mazza

Il sindaco Edoardo Mazza

Seregno (Monza), 29 marzo 2017 - "Quando abbiamo approvato il Piano integrato di intervento sull’area dell’ex cotonificio Camisasca non sapevamo che il progetto era stato fatto dal genero dell’assessore". Ma quando, alle elezioni del 2010, ormai la verità era venuta a galla, «la maggioranza ha deciso un rimpasto di Giunta togliendo ad Attilio Gavazzi la delega all’Urbanistica e affidandogli i Servizi sociali. Non perché sospettassimo degli illeciti ma solo per evitare che si potesse scatenare una speculazione politica». Edoardo Mazza, attuale sindaco di Seregno, ricostruisce le questioni urbanistiche legate al processo al Tribunale di Monza che vede 3 imputati (per altri 7 è stata dichiarata la prescrizione o il non doversi procedere per morte del reo) di tangenti per «agevolare» cambi di destinazione d’uso di alcune aree in città: l’ex consigliere Pdl della Provincia di Monza Attilio Gavazzi, nella sua qualità di vicesindaco e assessore all’Urbanistica dal 2005 al 2010; il genero di Gavazzi, l’architetto Andrea Attolini, e il costruttore Vito Giordano. Nel mirino, un immobile in via Umberto I e, appunto, l’area Camisasca. Oggi «il progetto è in via di ultimazione», con l’avvenuta trasformazione da area industriale a residenziale.

«Trasformazione deliberata dal Consiglio comunale anche se in pendenza dell’elaborazione del Piano di governo del territorio – spiega Mazza, che nel 2010 aveva preso il posto di Gavazzi come assessore all’Urbanistica -. Nonostante la legge regionale 12 del 2005 (che bloccava l’approvazione di Piani attuativi) abbiamo chiesto pareri anche alla Regione e quindi si è arrivati al via libera». Successivamente il Piano di governo del territorio ha seguito il suo iter e quando nel giugno del 2014 è stato definitivamente approvato, «necessariamente è stato vincolato da uno stato di fatto», ovvero dal Piano integrato già autorizzato sull’area ex Camisasca. Un Pgt comunque sofferto. Firmato dall’architetto Giorgio De Wolf su incarico assegnato addirittura nel 2006 con una procedura a evidenza pubblica. «Allora ero consigliere comunale – ricorda Mazza – e penso che le indicazioni politiche venissero date dall’assessore Gavazzi. Nell’agosto del 2009 viene depositata una bozza di Pgt ma è stata resa pubblica soltanto dopo le elezioni del 2010 perché avrebbe potuto essere utilizzata a favore o contro in campagna elettorale». Dopo il voto, quella bozza viene cambiata «perché prevedeva troppe aree edificabili. Quindi sono state azzerate quasi totalmente le aree di espansione». Anche se, nel frattempo l’ex Camisasca è passata. Si torna in aula il 19 aprile.