I fumi dell’inceneritore su sei Comuni: "Ora lo studio sulle malattie"

Desio, pronta la ricerca concentrata sugli ossidi d’azoto

L'assessore Stefano Guidotti

L'assessore Stefano Guidotti

Desio (Monza e Brianza), 26 maggio 2017 - È stata oggetto di richieste ufficiali, polemiche, dibattiti in consiglio comunale. È il primo passo verso qualcosa di cui si parla da anni a Desio, senza mai venirne a capo. Finalmente, adesso, c’è: si tratta dell’ormai famosa mappa di ricaduta dei fumi dell’inceneritore di Desio.

Uno strumento che deve precedere l’analisi epidemiologica sulla popolazione, per capire se gli inquinanti emessi dal camino dell’impianto di via Gaetana Agnesi abbiano un effetto nocivo sulla salute.

Il lavoro di ricerca è stato messo a punto dalla Società servizi territorio srl di Cinisello e verrà presentato martedì 30 in Commissione Ambiente, alle ore 21, in sala consigliare. "Posso dare qualche anticipazione – spiega l’assessore all’Igiene ambientale Stefano Guidotti – poi l’ingegner Daniele Fraternali che ha fatto la mappa la racconterà con molti più dettagli e competenza di me. In sostanza, vengono interessati sei Comuni della zona, per una circonferenza della mappa di circa 5 chilometri".

Prendendo come epicentro il camino dell’impianto, alto 47 metri, i fumi raggiungono un raggio di circa 1,5 – 2 chilometri. I Comuni coinvolti sono Desio, ovviamente, che viene raggiunto per circa tre quarti del suo territorio. Bovisio Masciago e Varedo, per circa la metà, un quarto di Cesano Maderno, una piccola parte di Nova Milanese e un angolo di Paderno Dugnano.

"Si sono presi in considerazione per fare il modello gli ossidi di azoto che sono prodotti dalla combustione – dice l’assessore della Giunta Corti –. Le mappe in realtà sono due, una che calcola la concentrazione media annua e l’altra i picchi massimi in quel punto". Dopo la presentazione in Commissione si aprirà la fase successiva: "Il lavoro adesso sarà quello di individuare gli abitanti in questa zona – dice Guidotti – e richiedere all’Ats i dati sulle patologie riscontrate negli ultimi 7-10 anni. Sarà presa poi una zona attigua, fuori dalla mappa, e i relativi dati sulle patologie. In modo da capire se c’è una maggiore o minore incidenza delle patologie tra le due zone".

E quindi capire se le emissioni del forno possano avere un’incidenza sulla salute della popolazione circostante o meno. "Lo studio epidemiologico durerà tra i 6 ai 12 mesi – aggiunge l’assesssore – in base ai dati e ai vari passsaggi".