L’Autodromo perde pezzi: se ne va anche Renault

Dell’Orto: «Ora il rilancio». Il presidente Sias: anche il bilancio deve migliorare di Marco Galvani

Niente grande tennis in autodromo di Monza

Niente grande tennis in autodromo di Monza

Monza, 22 ottobre 2014 - E  anche La World Series Renault abbandona Monza. Un altro addio. Un altro fine settimana del calendario dell’Autodromo che si svuota. E l’ennesimo «danno d’immagine» per il circuito. Figlio, certo, della passata gestione e della mancanza di una programmazione che andasse ben oltre il vivere alla giornata. Ma gli effetti collaterali arrivano oggi. E oggi tocca ai nuovi vertici dell’Autodromo e dell’Automobile club di Milano affrontarli e gestirli.

Anche se «qui il vero problema non è tanto avere perso un altro singolo evento ma capire che calendario sportivo vogliamo avere per fare spettacolo e far tornare la gente in Autodromo, per fare cultura e fare sport», mette i puntini Andrea Dell’Orto, presidente della Sias (la società di Aci Milano che gestisce il circuito) oltre che numero uno di Confindustria Monza Brianza e vice presidente esecutivo della Dell’Orto spa (azienda di famiglia leader nella produzione di carburatori e fornitore del Motomondiale nella classe Moto3). In un solo anno Monza è passata da 13 weekend di gara a 8. Per carità, c’è gara e gara. Nel senso che molti appuntamenti venivano organizzati nella piena consapevolezza di chiudere i conti, la domenica sera, con il segno meno. Ed è proprio per questo che «dobbiamo chiarire cosa vogliamo». Insomma, «non mi serve avere una bella immagine se mi fa andare in perdita», il ragionamento da imprenditore di Dell’Orto. 

Con il mondiale Turismo, ad esempio, l’Autodromo andava in rosso: era una gara importante, un campionato mondiale sotto l’egida della Federazione internazionale ma «magari attirerebbe di più una gara di freestyle di moto che invece non è mai stata organizzata», ipotizza il presidente. A Monza serve «un calendario sostenibile economicamente e in grado di attirare quanta più gente possibile». Dell’Orto ha le idee chiare: «La Sias è un’azienda che ha dei problemi economici e finanziari, e che quindi va ristrutturata e rilanciata.

Questa è la priorità. E quindi ritengo che alla società serva un manager d’azienda capace di risollevarla. Poi - aggiunge - sono perfettamente consapevole che sia indispensabile un calendario di gare ma con un valido direttore sportivo si possono portare avanti di pari passo entrambi i piani». Resta solo di passare dalle parole ai fatti. Ora «la situazione è abbastanza delineata - spiega Dell’Orto -. Con l’ingresso di Geronimo La Russa come quinto membro del Cda dell’Aci Milano (che verrà ratificato dall’assemblea dei soci prevista per martedì prossimo, ndr) si può procedere alla ridefinizione del Consiglio di amministrazione anche della Sias e alla nomina del direttore».

marco.galvani@ilgiorno.net