Nessun passo in avanti, il degrado è sempre padrone dell’area Cambiaghi

E’ passato un anno e non è cambiato nulla. Area Cambiaghi, centro di Monza, il solito degrado fra balordi, zingari e sporcizia. E il tavolo di confronto che il Comune ha avviato nel novembre scorso per risolvere un problema vecchio di dieci anni, a oggi non ha fatto passi avanti di Marco Galvani

Piazza Cambiaghi a Monza (Radaelli)

Piazza Cambiaghi a Monza (Radaelli)

Monza, 20 ottobre 2014 - E’ passato un anno e non è cambiato nulla. Area Cambiaghi, centro di Monza, il solito degrado fra balordi, zingari e sporcizia. E il tavolo di confronto che il Comune ha avviato nel novembre scorso per risolvere un problema vecchio di dieci anni, a oggi non ha fatto passi avanti: «Si sta cercando di capire la situazione, ci sono anche altre priorità». L’assessore all’Urbanistica, Claudio Colombo, rimanda ai dirigenti del settore il compito di uscire da un limbo che sta portando all’esasperazione gli abitanti della zona e tutti i frequentatori della piazza. Il fatto è che quell’area è divisa fra due proprietà i cui confini sono tutt’altro che definiti. Complice anche la difficoltà degli uffici a trovare la documentazione originaria della convenzione che — nel 1988 — dava il via ai lavori di riqualificazione. La prima parte della piazza, quella con l’aiuola, l’uscita del silos, la palazzina che ospita i bagni pubblici e la sede dei City Angels, è di proprietà del Comune.

Tutto il resto, invece, è del privato — la Edilcentro — che ha realizzato il progetto di rinascita dell’area e che ha in gestione il parcheggio interrato. In base alla convenzione con il privato, alla conclusione dei lavori sarebbe dovuta avvenire una serie di passaggi di proprietà che, però, non sono mai stati formalizzati. Colpa di un «contenzioso» fra la Edilcentro e il Comune per lavori che il privato avrebbe eseguito fra il 1990 e il 2001 in variante alla convenzione su richiesta dell’Amministrazione e che avrebbero comportato un aumento dei costi. In municipio hanno sempre negato qualsiasi modifica e quindi maggiori pagamenti al costruttore. Morale della favola, tutto è fermo.

Nonostente questo problema «di sicurezza, sociale e urbanistico» sia stato negli anni oggetto di numerose interpellanze politicamente trasversali in Consiglio comunale e pure di una raccolta firme fra i residenti. Lo stesso assessore Colombo riconosce che «così com’è l’area non funziona ed è fonte di degrado». Ma «c'è un problema di convenzione non eseguita di cui si devono occupare i dirigenti — mette i puntini —, mentre per quanto riguarda l’assetto urbanistico se ne occuperà la Giunta. Il vecchio Documento di piano (che nel frattempo è scaduto, ndr) prevedeva anche l’edificazione di una palazzina con attività commerciali che garantissero un presidio 24 ore su 24. Da quella scheda partiremo in fase di stesura del nuovo Documento per ripensare la piazza»

marco.galvani@ilgiorno.net