Si fingono forze dell'ordine per vendere riviste, cinque indagati per truffa

Tutti abitano in Lombardia nelle province di Milano, Monza e Varese. Proponevano telefonicamente finti abbonamenti come scusa per evitare controlli della Finanza. La scoperta è avvenuta grazie alle Fiamme Gialle, dopo la segnalazione di un artigiano

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Milano, 30 ottobre 2014 - Proponevano telefonicamente finti abbonamenti a una rivista della «G.diF.» come scusa per evitare contolli della Finanza. Sono stati proprio i finanzieri di Venezia a scoprire la truffa, coordinandosi con la Procura di Padova, dopo la denuncia di un artigiano. Cinque le persone indagate, attive su tutto il territorio nazionale e con numerosi precedenti specifici. Tutti abitano in Lombardia nelle province di Milano, Monza e Varese: sono state perquisite le loro case e alcune sedi aziendali, nel corso di un’operazione denominata «Gutemberg» e scattata in mattinata in Veneto e Lombardia.

Le indagini sono partite da una segnalazione di un artigiano patavino, relativa a telefonate ricevute sulla propria utenza cellulare, da un sedicente appartenente alla Guardia di Finanza. Nel corso della telefonata si prospettava la possibilità di acquistare un a rivista edita dalla «G.diF.» lasciando intendere un trattamento di riguardo in caso di controlli fiscali. Gli investigatori hanno rilevato oltre 2000 telefonate analoghe, nel giro di soli quattro mesi.

Molti dei soggetti economici contattati, per lo più artigiani e piccoli imprenditori, hanno aderito alla “proposta” vedendosi recapitare una rivista assolutamente estranea alle forze dell’ordine. Gli indagati, a seconda dell’interlocutore, si presentavano come membri delle diverse forze di polizia proponendo, di volta in volta, un prodotto inerente l’attività commerciale della vittima. Tra le false motivazioni addotte, anche quella di costituire con i proventi delle vendite, un fondo per gli orfani dei caduti in servizio. In alcuni casi quando il soggetto si dimostrava recalcitrante all’acquisto, scattavano vere e proprie minacce di ritorsione, lasciando intuire futuri controlli ispettivi.

Dalle indagini è emerso il caso limite di un operatore commerciale che nel periodo 2010 - 2013 ha pagato oltre 8.000 euro per l’acquisto delle riviste in questione; proprio mentre i militari erano presenti in azienda per acquisire informazioni a riguardo della truffa subita, è arrivata a questo titolare di impresa una nuova chiamata che proponeva l’acquisto di un ulteriore volume. Una stima assolutamente prudente fatta dai finanzieri ha permesso di identificare in oltre 300 mila euro il guadagno dei soggetti in un paio di anni.  La Guardia di Finanza sottolinea che nessun appartenente al Corpo mette in vendita riviste o volumi di qualsiasi genere, attribuibili alla stessa forza dell'ordine e invita i cittadini a segnalare eventuali tentativi in tal senso.

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