San Siro, c'è il patto Comune-Inter. I nerazzurri: casa nostra dal 2018

Incontro Pisapia-Thohir. Chiusura del terzo anello, la Bisconti frena. Il sindaco: "Il presidente è attento ai problemi della sua società e del calcio ma anche a quelli di Milano. Questo è un fatto estremamente importante" di Massimiliano Mingoia

Thohir e Pisapia

Thohir e Pisapia

Milano, 1 marzo 2015 - Il futuro dello stadio di San Siro sta tutto in uno stretta di mano, quella tra Giuliano Pisapia ed Erick Thohir. Il sindaco di Milano e il presidente dell’Inter ieri mattina si sono incontrati a Palazzo Marino per parlare degli investimenti per il Meazza anche oltre la finale di Champions League del 2016. «Thohir ha confermato la sua volontà di puntare e investire energie e risorse sul Meazza», si legge in una nota del Comune. Sì, perché la società nerazzurra ormai ha deciso: niente nuovo stadio, si resta a San Siro anche negli anni a venire. Una strategia differente da quella del Milan, che punta a realizzare un nuovo impianto al Portello. Thohir già vede il Meazza come la «casa dell’Inter» a partire dalla stagione 2018-2019, la scadenza entro la quale il Milan potrebbe traslocare nel nuovo stadio. E ieri ha chiesto all’amministrazione municipale la gestione esclusiva del Meazza a partire da quella stagione.

La determinazione dell’Inter nel restare e investire sul restyling di San Siro non dispiace affatto al Comune, proprietario dello stadio. Non a caso Pisapia, interista, spende parole di apprezzamento nei confronti del presidente nerazzurro dopo il loro incontro: «Thohir è attento ai problemi dell’Inter, del calcio e dello sport in generale, ma anche della città. E questo è molto importante». Durante il vertice si è parlato dei progetti per rendere più moderno il Meazza. Al tavolo, oltre a Pisapia e Thohir, c’erano la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e l’assessore allo Sport Chiara Bisconti per il Comune e l’amministratore delegato Michael Bolingbroke e il direttore generale Marco Fassone per l’Inter. Nella nota di Palazzo Marino si sottolinea che «l’obiettivo è portare avanti il processo di riqualificazione e modernizzazione dell’impianto pur mantendendo le caratteristiche che ne hanno fatto uno dei templi del calcio nel mondo». I lavori in vista della finale di Champions del 2016 sono già in corso. Il primo riguarda l’abbattimento delle barriere nel primo anello rosso tra campo e tribuna con la realizzazione di 140 posti a sedere a ridosso delle panchine delle squadre, nuovi posti che cambieranno il volto di quella parte di stadio (1,5 milioni di euro il costo). Il secondo progetto, invece, prevede la costruzione di quattro sky lounge nel primo anello arancio (2,5 milioni di euro).

L'Inter ha anche un altro progetto in testa per il dopo-2016: la chiusura del terzo anello, ormai quasi sempre inutilizzato, e la sua trasformazione in uno spazio per ristoranti e negozi «in alta quota». Un progetto che comporterebbe la riduzione della capienza del Meazza dagli attuali 80 mila a 56 mila posti, al limite della capienza Uefa per ospitare una finale di Champions (55 mila posti). La Bisconti frena: «Secondo me San Siro dovrebbe mantenere l’attuale capienza. Altrimenti rischieremmo di avere uno stadio troppo piccolo per ospitare una finale di Champions». L’assessore aggiunge che «entro la finale del 2016 l’area attualmente occupata dal cantiere della M5 sarà risistemata a verde». Un piccolo anello di prato e alberi intorno al Meazza. massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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