Majorino e "l'Airbnb solidale": "Soldi pure a chi ospita gli sfrattati"

Majorino al contrattacco sul contributo a chi ospita titolari di protezione internazionale: così risparmiamo sulle spese d’accoglienza di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Una delle tante manifestazioni organizzate dai sindacati inquilini per dire no agli sfrattti e rivendicare il diritto alla casa

Una delle tante manifestazioni organizzate dai sindacati inquilini per dire no agli sfrattti e rivendicare il diritto alla casa

Milano, 6 gennaio 2016 - Non indietreggia, Pierfrancesco Majorino. «L’accoglienza in famiglia dei rifugiati ci permetterà di sperimentare forme nuove e più efficaci di inclusione sociale ma anche di razionalizzare l’uso delle risorse statali destinate ai richiedenti asilo, con un risparmio del 70% sulla spesa media per l’ospitalità. Basta con la becera retorica leghista». Così l’assessore alle Politiche sociali, nonché candidato alle primarie del centrosinistra, difende il bando lanciato il 30 dicembre dal Comune per cercare famiglie disposte ad accogliere rifugiati e richiedenti asilo nelle proprie case in cambio di un contributo mensile di 350 euro se si ospita una sola persona o di massimo 400 euro in caso se ne ospitano di più. Soldi attinti dai 6,18 milioni assicurati dal Ministero dell’Interno al Comune a marzo 2014 proprio per l’accoglienza dei profughi. In questa prima fase della sperimentazione, contrariamente a quanto messo nero su bianco nel bando, le famiglie saranno chiamate ad ospitare solo coloro ai quali è già stato riconosciuto il diritto alla protezione internazionale.

«Una scelta dettata da motivi di praticità, visto che questo intervento non è mai stato attuato prima» precisano da Palazzo Marino. «Chi ha già lo status di titolare di protezione internazionale – spiega Majorino – è autorizzato a rimanere nelle strutture finanziate dal Ministero per massimo 6 mesi, lo stesso tempo concesso per la soluzione in famiglia». Poi l’assessore fa di conto: «La permanenza nei centri Sprar ha un costo di 35 euro pro capite al giorno, mentre il costo preventivato dell’accoglienza in famiglia è di 10,50 euro. La sperimentazione all’inizio coinvolgerà 5 rifugiati per poi estendersi a massimo 20 persone e avrà un costo complessivo di 42mila euro a fronte dei 128.800 euro dell’ospitalità nei centri Sprar» Il bando starà aperto solo fino al 15 gennaio perché c’è già una lista di massima di famiglie solidali. Non è finita, però: «Presto daremo avvio ad una sperimentazione simile rivolta agli sfrattati per attivare il coinvolgimento dei cittadini anche sul fronte dell’emergenza casa» annuncia Majorino recuperando un progetto, l’Airbnb solidale, annunciato ormai a settembre. giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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